Nole Djokovic conquista la finale degli US Open, e ora solo Medvedev lo separa dall’obiettivo “Grande Slam”. Nel torneo femminile sarà sfida tra teen-ager con Raducanu e Fernandez a contendersi la corona dei Flushing Meadows.
Nole Djokovic è a un passo dal consacrarsi leggenda: la vittoria su Sasha Zverev, nella semifinale degli US Open 2021, gli consegna la trentunesima finale slam della carriera (record), nonché la possibilità di centrare il “Grande Slam” qualora dovesse battere Danill Medvedev in finale.
Il campione serbo ha restituito il maltorto subito alle Olimpiadi di Tokyo solo un mese e mezzo fa: allora fu proprio Zverev ad interrompere, in semifinale, l’ascesa verso l’Olimpo. L’avesse fatto, ora Djokovic potrebbe sedere alla destra di Steffi Graf, la “Dea” del tennis moderno, l’unica atleta capace di centrare il “Grande Slam d’oro”.
Poco importa. I campioni si formano anche attraverso le sconfitte. E così, 42 giorni dopo, la delusione olimpica è stata riassorbita dopo un’autentica battaglia durata 3 ore e mezza.
Primo set giocato sul filo dell’equilibrio, con i turni di servizio a farla da padrone. Djokovic butta tutto al macero sul punteggio di 4 pari, commettendo un doppio fallo e quattro errori gratuiti che permettono all’avversario di chiudere il parziale nel game successivo.
La partenza a diesel è ormai una costante per Nole, sotto anche nei tre match precedenti. Gli basta la pausa per rimettere a posto le idee e prendere a condurre le danze nel secondo parziale.
Partenza lampo e rapido 3-0 che mette Zverev in un angolo. Il campione olimpico subisce il ritmo imposto dall’avversario e finisce per cedere il set sul 6-2. La battaglia si sposta dunque nuovamente sul piano dei nervi: Nole salva una palla break nel primo game del terzo set, ma vacilla al quinto quando, sul punteggio di 15-40, è costretto a rifugiarsi nei vantaggi per difendere la battuta.
Stavolta è Zverev a dargli una mano: il tedesco sbaglia tre volte col dritto nel decimo game, e permette a Nole di portarsi sul 6-4. Punteggio replicato, a parti inverse, nel set successivo dove Zverev dimostra l’orgoglio del campione e a legittimare il suo alloro olimpico.
Si deve arrivare all’ultimo set, lì dove Djokovic, dopo aver estenuato la preda per oltre tre ore, la tramortisce con un altro parziale che non lascia sconti. Il 6-2 conclusivo lo proietta verso la trentunesima finale Slam della sua carriera. Se per raggiungere la Graf dovrà aspettare (almeno) un altro triennio olimpico, gli basterà battere Medvedev per vincere il ventesimo Slam in carriera, e mettersi alle spalle i due eterni rivali Nadal e Federer. Chi si accontenta, almeno per stavolta, gode.
Torneo femminile: sarà sfida tra teen-agers in finale
Nel torneo femminile splendono sempre più luminosi gli astri nascenti di un movimento in continua espansione: Emma Raducanu e Leylah Fernandez sono le beniamine di una nuova generazione che può finalmente competere in interesse e popolarità con i colleghi maschi.
La britannica ha sorpreso Maria Sakkari, numero 13 al mondo, con la solita micidiale partenza sprint: 5-0 sfruttando le armi affilate del servizio slice e un gioco piuttosto vario, che conta già su un ottimo rovescio lungolinea. La greca ha mantenuto il servizio più per orgoglio che per reale controllo della situazione, ma ha ceduto inesorabilmente nel game successivo.
Anche il secondo set ha rispettato il canovaccio del primo: Raducanu a comandare gli scambi, Sakkari con l’arma del servizio impolverata (52% le prime messe in campo) che prova comunque un accenno di reazione. Sotto 3-1, la greca annulla due palle break, ma non riesce mai a colmare il gap con l’avversaria e prendere in mano le redini dell’incontro.
Raducanu va a servire per il match sul 5-4, e chiude i conti con uno “smash” in contropiede. In finale, stasera alle 22:00 ora italiana, si troverà di fronte Leylah Fernandez, che l’ha fatta franca su un’altra superfavorita come Aryna Sabalenka, sconfiggendola con i punteggi di 7-6; 4-6; 6-4.
Per le due giovanissime, di cui una all’esordio nel circuito maggiore, si tratta di un traguardo insperato alla vigilia del torneo. Segno di un tennis femminile che si sta rigenerando, aprendosi a scenari molto più incerti nei prossimi anni.
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