Champions League, ufficiale: la finale viene spostata da San Pietroburgo a Parigi. Decisione assunta dal consiglio straordinario della UEFA in appoggio all’Ucraina.
Gli effetti della crisi russo-ucraina si abbattono anche sul mondo del calcio: mentre l’esercito russo ieri ha varcato i confini arrivando sino al cuore della capitale Kiev, l’esecutivo della UEFA ha convocato oggi una riunione d’urgenza per decidere riguardo la sede della prossima finale di Champions League. La gara, inizialmente in programma allo stadio San Pietroburgo, omonimo della città, si disputerà invece a Parigi, allo stadio “Saint-Denis”, sede delle partite casalinghe della Nazionale francese.
Una decisione, quella presa dal Consiglio della UEFA, finalizzata a manifestare solidarietà nei confronti dell’Ucraina, nonché la propria comunanza di posizione rispetto ai Paesi del blocco atlantico. Una decisione che ha subito scatenato la reazione del Cremlino. Il quartier generale russo ha definito “Ignobile” l’atto di spostare la sede della finale, così da privare la Russia di uno degli eventi più visti al mondo.
Crisi russo-ucraina: la situazione
La situazione in Ucraina si fa sempre più tesa: dopo la decisione di Putin di passare all’attacco, il centro del conflitto si è spostato dalla bacino del Donec (dove Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle repubbliche di Lugansk e Donietsk) alla capitale, Kiev. I media ci restituiscono le immagini di una città già dilaniata dai conflitti: lanci di missili balistici da parte dell’esercito russo hanno infiammato i cieli nella notte italiana, mentre il bilancio parla già di 137 vittime tra le forze militari ucraine, come comunicato dal presidente Volodymir Zelensky.
Tanti i civili in fuga da Kiev, con il capo dell’Eliseo Emmanuel Macron che ha promesso rifugio e accoglienza a tutti i profughi ucraini. Decisa e compatta la reazione dell’Occidente verso Mosca: dalla Casa Bianca si annuncia la “Completa rottura delle relazioni diplomatiche tra Russia e USA”, con Biden che ha minacciato ritorsioni sul piano commerciale, ponendo alla Russia l’embargo sull’export tecnologico. Gli USA hanno inoltre congelato gli asset di quattro istituti di credito russi presenti sul suolo americano, tra cui la Vtb, la seconda banca più grande del Paese.
In Italia, il Consiglio Supremo della Difesa, convocato ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha espresso “Ferma condanna per l’ingiustificabile aggressione militare lanciata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina – invitando la Russia – A cessare mmediatamente le ostilità e ritirare le forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina”.
La situazione resta comunque incandescente. E mentre in Oriente la Cina di Xi-Jinping si mantiene formalmente neutrale, dichiarandosi non disposta a fornire armi ad entrambe le forze in causa, e auspicando il raggiungimento di un accordo mediante la diplomazia, i tentativi di mediazione con il leader del Cremlino non hanno sortito effetti.
L’esercito russo prosegue la propria avanzata in Ucraina, e le diplomazie dei diversi Governi si trovano dinnanzi all’arduo compito di evitare il degenerare di un conflitto che assumerebbe proporzioni globali.
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