Tour de France 2022, Vingegaard scatta sul Col du Granon, e sfila la maglia gialla a un Pogacar in crisi. Warren Barguil conquista il “Suvenir Desgrange” sul Galibier.
Il Tour de France 2022 ha un nuovo padrone: è Jonas Vingegaard della Jumbo Visma, che si prende la maglia gialla, ai danni di Tadej Pogacar, nell’undicesima tappa, 152 chilometri, da Albertville al Col du Granon.
Prima tappa alpina del Tour, primo arrivo pesante, con due GPM di Hors Categorie e un prima categoria nel programma. Era la giornata del Galibier, leggendaria montagna che nel 1998 fu teatro di una delle più belle imprese di Marco Pantani. Vingegaard, che alla vigilia partiva con un handicap di 39 secondi in classifica generale, si ritrova ora ad avere un vantaggio di 2 minuti e 23 secondi sullo sloveno, andato in crisi a circa quattro chilometri dal traguardo.
Il danese deve ringraziare l’esimio lavoro della sua squadra, la Jumbo Visma, che già sulle pendenze del già citato Galibier aveva stretto Pogacar in una morsa, mettendogli pressione con quattro uomini. Il piano della squadra neerlandese è andato in porto splendidamente: riaprire un Tour che dopo la Planche de belles filles sembrava già chiuso.
Tappa movimentata sin dall’inizio, con due pezzi da novanta come Van Aert e Van Der Poel ad uscire in avanscoperta. La maglia verde si è messa al comando delle operazioni in un gruppo di 20 fuggitivi, con gli italiani Bagioli e Cattaneo a farne parte.
Prima asperità di giornata, dopo una settantina di chilometri piuttosto agevoli, il Telegraphe, salita da 11,9 chilometri con pendenza media del 7,1%. Primo a scollinare il francese Latour. Ma la copertina di giornata, insieme al vincitore, se la prende un altro transalpino: Warren Barguil, dell’Arkea.
Lui a scalare gli oltre 17 chilometri del Galibier, punto più alto del Tour de France di quest’anno, con i suoi 2642 metri. Il “Souvenir Desgrange”, omologo della nostra “Cima Coppi”, sorride a questo ragazzo di 30 anni, che ha cercato di resistere in discesa, a caccia della vittoria, ma ha subito la rimonta del gruppo maglia gialla a metà dell’ultima salita.
Sul Col de Granon (11,3 km al 9,2% di pendenza media), è stato Vingegaard a far saltare il banco: Pogacar, Bardet, Quintana, un redivivo Gaudu, il danese ha messo in fila alcuni dei migliori scalatori. Pogacar, scortato dal fedele scudiero Majka, sembrava avere la situazione sotto controllo. Lo sloveno ha dovuto invece fare i conti con il primo vero e proprio momento di difficoltà, in quello che ormai è il suo habitat naturale.
È giunto il momento di mostrare la tempra del campione. Il Tour de France è ancora ampiamente alla portata (ci sono l’Alpe d’Huez e i Pirenei), ma Pogacar si trova ora ad inseguire.
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