Il tecnico giallorosso torna a parlare dopo la qualificazione alle semifinali di Europa League. Ora l’obiettivo è dare continuità al campionato.
La Roma si è dimostrata una formazione “bella di notte”, ovvero una squadra che sembra dare quella percentuale di spirito e di grinta in più appena calca i campi delle serate europee.
La serata di Amsterdam e quella dell’Olimpico, hanno mostrato una Roma esplosiva e di cuore all’andata, pragmatica e difensivista al ritorno. Le due prestazioni, messe insieme, hanno regalato l’accesso alla semifinale di Europa League e la possibilità di godersi una notte indimenticabile al “Teatro dei sogni” dell’Old Trafford di Manchester.
Ma adesso è il momento di convergere tutte le attenzioni su un campionato che ha visto, invece, una Roma diversa, meno brillante e più timorosa.
Fonseca, in conferenza stampa, segue lo stesso climax della settimana giallorossa, iniziando a parlare della trionfale spedizione europea e di una tattica difensivista ragionata e dettata dall’economia della partita, per poi tornare a parlare delle solite richieste da parte dei giornalisti di dover dimostrare qualcosa che non è stato ancora dimostrato.
Il tecnico giallorosso ribadisce come ogni partita sia una storia a se e di come la Roma abbia costruito una propria identità di gioco, indipendentemente dal punto di vista emotivo e dai cali di concentrazione.
La domanda più “scottante”, però, riguarda il campionato e il gioco della squadra capitolina: si poteva fare di più? Poteva la Roma convincere gli addetti ai lavori delle proprie potenzialità?
Secondo Fonseca non c’è nessun motivo per dover convincere qualcuno sulle qualità di questa squadra. La stagione è stata molto difficoltosa per tante squadre, anche per le più importanti come Juve, Barcellona, Bayern e tante altre; il lavoro svolto fino ad ora non aveva l’intento di dimostrare a qualcuno che la Roma poteva giocare in un determinato modo, ma tutto ciò che il portoghese fa e imprime alla squadra è volto al bene della società giallorossa e al solo scopo di vincere.
Se vinci, come racconta la storia del calcio, dimostri il tuo valore e le critiche si affievoliscono.
Contro il Torino sarà una partita molto difficile, soprattutto perché i granata sono in piena lotta retrocessione ed hanno un disperato bisogno di guadagnare punti per evitare l’incubo retrocessione.
Smalling sta meglio e tornerà presto in gruppo, mentre Pastore potrebbe, clamorosamente, diventare la carta decisiva da giocare domani, anche dal primo minuto.
La Roma è chiamata al suo esame di maturità, per dimostrare di non essere solo una squadra che vive di fiammate, ma che può tranquillamente puntare alle zone nobili della classifica del campionato di Serie A.
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