Un autentico tornado si è abbattuto su Abu Dhabi nel primo torneo della stagione 2021 al femminile, un’inarrestabile Aryna Sabalenka ha conquistato in poco più di un’ora di gioco il nono titolo della carriera.
Una settimana perfetta, con un solo set ceduto per strada, nei quarti di finale contro la kazaka Rybakina, che fa seguito ad altre due settimane vincenti con cui la tennista bielorussa, classe 1998, aveva chiuso il precedente anno con gli acuti di Ostrava e Linz.
Una striscia di successi consecutivi che si allunga a 15 e un nome davvero bollente da tenere d’occhio per il primo slam dell’anno, l’Australian Open, al via il prossimo 8 febbraio, per realizzare l’ultimo grande passo nell’élite del tennis mondiale.
Sabalenka ha travolto in finale la russa Veronika Kudermetova (6-2 6-2), ugualmente protagonista di una splendida settimana con scalpi prestigiosi, Kontaveit e Svitolina su tutte, lasciandole appena quattro giochi in un incontro che è rimasto in bilico soltanto nei primi dieci minuti prima di assistere ad un’eccezionale prova di forza della bielorussa.
Un risultato inequivocabile maturato a suon di vincenti, con un tennis sempre propositivo ed aggressivo, alla ricerca del punto, proteso a decidere sempre, nel bene e nel male, le sorti dello scambio, ultimamente con esiti sempre più positivi, frutto del ragionamento, dote che, finalmente, si è aggiunta all’armamentario di Sabalenka.
Nono titolo in carriera ad appena 22 anni, nona vittoria nelle ultime dieci finali disputate, sinonimo di una ragazza che si esalta quando sale vertiginosa la posta in palio, nuovo mattone nel suo personale percorso di crescita che, adesso, necessita di vederla finalmente protagonista in un major.
Sabalenka, infatti, nonostante questi numeri significativi, oltre ad un best ranking nuovo di pacca, di numero 7 della classifica mondiale dalla prossima settimana, ha fin qui avuto un unico pesante demerito nella sua giovanissima carriera: una maledizione degli slam.
Un ottavo di finale raggiunto nel 2018 sul cemento di New York, perso contro Naomi Osaka che poi avrebbe vinto lì il primo dei suoi tre major in bacheca, è il massimo che la ragazza di Minsk ha saputo collezionare negli eventi più importanti del circuito, davvero troppo poco.
Così, con una sontuosa striscia vincente costruita a suon di titoli, Sabalenka è già chiamata ad una pressione ad alta intensità nel primo slam dell’anno, Melbourne, l’occasione per mettere a tacere ogni dubbio, l’occasione per scoprirsi ancora più grande.
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