Stipendio arbitri di Serie A: quanto guadagnano per ogni partita

Stipendio arbitri Quanto prende un arbitro di Serie A a partita? Quant’è la differenza tra campionato ,Coppa Italia e Champions League?

Ancor prima dei calciatori, la figura più importante in una partita di calcio è sicuramente l’arbitro. Con il suo completino evidenziatore il cui colore varia a seconda del colore delle maglie dei giocatori, è il giudice assoluto del campo. La sua figura, seppur serva a mettere ordine sul campo di gioco, non è esente da critiche. Tifosi, giocatori ed anche esperti di calcio sono i primi a mettere gli arbitri sul banco degli imputati quando c’è qualche errore di valutazione abbastanza clamoroso.

Oggi gli arbitri hanno l’ausilio della tecnologia VAR. Quest’ultima dovrebbe aiutare a coadiuvare il loro operato grazie anche al supporto di altri colleghi. Oltre ai guardalinee consueti e al quarto uomo, ad integrare il pacchetto arbitrale sono anche gli arbitri in sala che comunica con il direttore di gara durante tutto l’arco della partita, soprattutto in caso di decisioni piuttosto delicate.

stipendio arbitri

Il mestiere dell’arbitro è abbastanza complesso. Inizia come una passione e solamente in pochi riescono a coltivarla e a farla diventare un vero e proprio mestiere. In Italia molti ci sono riusciti e ci sono tantissimi arbitri blasonati e conosciuti in tutto il mondo come Nicola Rizzoli, Gianluca Rocchi ed altri del passato che hanno fatto la storia come Pierluigi Collina.

Eppure, almeno una volta nella vita tutti si sono chiesti quanto guadagnasse un arbitro di Serie A . Questo articolo cercherà di spiegare a quanto ammonta lo stipendio di un arbitro nel campionato italiano e nelle varie competizioni. Le cifre sono indicative e potrebbero essere soggette ad altri tipi di parametri.

Stipendio arbitri, esiste una cifra fissa?

Molti si sono chiesti se esistesse uno stipendio fisso per l’arbitro, come per la maggior parte dei lavori. Si tratta di un argomento abbastanza complesso e a cui non si può dare un’unica risposta. In linea di massa, esisterebbe una cifra da cui si parte che si aggira attorno ai 3800 euro. Ad essi vengono aggiunti anche altri bonus come il rimborso spese e tutte le commissioni legate al viaggio.

Gli assistenti, invece, ottengono sui 1000 euro mentre spetta di meno al quarto uomo che arriva sui 500. Per quanto riguarda la sezione VAR, gli arbitri al monitor guadagnano 1500 euro mentre l’assistente che è al suo fianco percepisce circa la metà, ossia 700. Queste sono le cifre sulle partite in Serie A, ma la situazione cambia in altre competizioni, come in Coppa Italia.

Stipendio arbitri, dalla Coppa Italia alla Champions League

Nella coppa nazionale infatti, le cifre cambiano a seconda della fase in cui ci si trova. Dai trentaduesimi agli ottavi l’ammontare è di circa 1.000 euro. Dai quarti in poi la cifra, naturalmente, sale ed arriva a 1500. L’arbitro che arriva in semifinale, inoltre, si vedrà aumentare il proprio stipendio di altri cinquecento euro, ovvero a 2000. Per la finale, invece, lo stipendio è simile a quella di una gara di campionato, 3800 euro.

Aumento sostanziale, invece, nelle competizioni europee: Champions League, Europa League ed ora anche in Conference League. L’Europa è il sogno di ogni arbitro ed, oltre ad aumentare la loro importanza professionale, c’è anche un aumento dello stipendio. Fino agli ottavi, un direttore di gara arriva a 4800 euro. Dai quarti di finale, invece, si arriva a 5800 euro.

Stipendio arbitri, quanto influiscono i diritti d’immagine

Un altro elemento molto importante nel lavoro degli arbitri sono i diritti d’immagine. Si tratta di una cifra variabile a seconda del curriculum dell’arbitro. Un direttore di gara internazionale e con tanta esperienza alle spalle ,per esempio, può arrivare addirittura a toccare 80.000 euro. Un debuttante invece che ha arbitrato una ventina di partite, può sperare sui 45.000 euro.

Un lavoro, dunque, di cui è difficile stabilire con certezza lo stipendio e su cui influiscono diversi fattori. Il compenso è sempre legato anche all’esperienza e alla competizione in cui si trova l’arbitro. Quest’ultimo, in seguito, ha l’obbligo di fermarsi a 45 anni e potrà solo svolgere altre mansioni come addizionale al VAR.

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