Scandalo ginnastica ritmica: arriva la denuncia di Vanessa Ferrari

Scandalo ginnastica ritmica, anche l’olimpionica Vanessa Ferrari si espone riguardo alle presunte vessazioni subite dalle atlete: “Ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari. A 19 anni mi mandarono in una clinica di Verona e, dopo due anni di cure, sono riuscita a guarire”.

La ginnastica azzurra ha regalato quest’anno diverse soddisfazioni: Sofia Raffaelli, diciottenne di Chiaravalle, Ancona, ha fruttato al Belpaese cinque medaglie nella rassegna iridata di Sofia, conquistando in tal modo un pass olimpico e diventando altresì la prima ginnasta italiana a fregiarsi del metallo più pregiato nel concorso generale

Non è stata da meno la ginnastica artistica: agli Europei disputati in Monaco di Baviera lo scorso agosto, i “Moschettieri” e le “Fate” hanno rispettivamente conquistato un argento e un oro, riportando il nostro movimento ai vertici continentali. Risultati cui hanno fatto seguito le ottime prestazioni nella rassegna iridata di Liverpool, dove le ragazze hanno centrato un quinto posto, mentre i ragazzi si sono spinti ancora oltre, mancando per un solo punto e due decimi dal podio che avrebbe significato qualificazione olimpica. Un risultato che il tricolore non raggiungeva dal 1913, e che dà grande fiducia a un movimento rinato dalle ceneri di un misero diciassettesimo posto

Ma a gettare un ombra su questi risultati straordinari è giunta, come un fulmine a ciel sereno, un’inchiesta di “Repubblica” che prova a squarciare il velo di silenzio costruito attorno a uno degli aspetti più controversi del mondo della ginnastica: il controllo del peso corporeo degli atleti.

Ciò che viene declinato come un obbligo imposto dalle esigenze specifiche di questa disciplina, finisce per sfociare in un comportamento maniacale, che spesso sconfina in atti umilianti a scapito delle stesse ginnaste. Sono diverse le atlete che, nell’arco dell’ultima settimana, hanno denunciato i soprusi subiti nel centro Federale di Desio. Ha iniziato Nina Corradini, argento juniores alle clavette negli Europei di Budapest 2017, seguita a ruota da altre atlete come Alice Aiello e Anna Basta, che in Nazionale ha trascorso un quadriennio costellato dalla vittoria di otto medaglie tra Europei e Mondiali.

Proprio la Basta, che a Desio approdò a quindici anni, ha intrapreso una campagna di denuncia delle violenze subite attraverso il proprio profilo Instagram. Nei racconti della ginnasta di , che ha dichiarato di aver meditato anche il suicidio, ricorre il famoso “Rituale del peso”, con atlete costrette a pesarsi davanti alle proprie compagne di squadra, in mutande, mentre venivano esposte ai commenti severi delle allenatrici.

Davide Donati, tre volte campione del mondo di ginnastica aerobica, ha raccontato di come, nei ritiri della Nazionale, le ragazze mangiassero sedute a due tavoli separati: quello riservato alle “magre”, che ricevevano razioni di cibo leggermente più abbondanti, e quello riservato alle “grasse”, il cui regime alimentare era più austero.

Un polverone che ha indotto il presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi a commissariare il centro Federale di Desio, precedentemente affidato alla direzione di Emanuela Maccarani, storica allenatrice delle “Farfalle” con le quali ha vinto 88 medaglie in poco meno di 20 anni di guida tecnica, e ora nelle mani di Valter Peroni, vicepresidente Federale.

Una vicenda che è finita oggi nelle aule di tribunale, con la Basta e la Corradini ascoltate dalla Procura Federale in Roma. Una vicenda che non ha lasciato indifferente neanche Vanessa Ferrari. L’emblema della ginnastica italiana, campionessa mondiale all-around 2006 e argento olimpico nel corpo libero a Tokyo, ha denunciato il proprio dramma attraverso un lungo post su Instagram. La voce dell’atleta bresciana,

Vanessa Ferrari: “A 19 anni ricoverata in una clinica a Verona. Guarita dopo due anni di cure”.

“Penso sia arrivato il momento di esprimere il mio pensiero sui recenti avvenimenti – esordisce Vanessa – Ho rifiutato interviste per evitare strumentalizzazioni delle mie parole. Quando sono apparse le prime denunce, da parte dei ginnasti di ritmica e aerobica, non sono rimasta affatto sorpresa. Anzi, anni fa scrissi un libro nel quale parlai di alcuni di questi aspetti. All’alba dei 32 anni, 25 dei quali passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive, ma anche tante negative.

Durante la mia carriera, però, ho vissuto anche qualche cambiamento nel mio ambiente, e mi dispiace che ancora oggi vi siano luoghi dove si verificano questi orrori. Conosco perfettamente questi aspetti, l’ho detto più volte. Come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari, a 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona, e grazie al supporto di esperti, e dopo due anni di percorso sono riuscita a guarire.

Quindi invito chiunque ne soffra a farsi aiutare, perché è davvero fondamentale. Ho avuto modo di confrontarmi con altri ginnasti, e spero si possa intervenire affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzioni di sezioni e di livello sia pulito.

Lo sport è fatto di sacrifici e rinunce, ma prima di qualsiasi risultato vengono le persone e la loro salute. Penso vi debba essere un confine netto tra severità, in ottica di disciplina e pura cattiveria”…

Un appello affinché il mondo della ginnastica rifletta su se stesso e le proprie dinamiche. Tante sono le bambine (e i bambini) che sognano di emulare le gesta dei grandi ginnasti. A loro si deve offrire un modello sano di crescita e maturazione, in armonia con quelli che sono gli obiettivi di ogni sport.

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