Giallorossi belli in Europa e brutti in campionato dove tutti gli obiettivi sono stati falliti. Sembrava la stagione del ritorno nell’Europa che conta, invece bisogna accontentarsi della prima edizione della Conference League aspettando l’arrivo di Josè Mourinho.
Una stagione difficile e impronosticabile quella che la Roma, da ieri, si è lasciata alle spalle.
I capitolini sono stati protagonisti di un campionato di difficile interpretazione, iniziato con grande slancio e con grandi aspettative, ma terminato con enormi delusioni e con il “contentino” fin troppo magro della qualificazione in UEFA Conference League.
Resta ancora un mistero quello che è, psicologicamente, successo alla Roma da marzo in poi. Una squadra capace di strappare il terzo posto generale nel girone d’andata è riuscita a disimparare ogni dettaglio tecnico e tattico dimostrato nella prima fase del campionato dando inizio ad una caduta senza precedenti, terminata con un settimo posto.
La spedizione in Europa League, terminata in semifinale, lascia un retrogusto dolce/amaro per un’avventura, si, molto positiva, ma anche ricca di rimpianti per quella partita d’andata a Manchester.
La colpa di tutto ciò non è attribuibile ad una singola persona, ma ad una serie di incredibili eventi e di grandi errori che hanno caratterizzato l’annata romana. L’enorme mole di infortuni non ha permesso a Fonseca di usare tutto il potenziale della rosa, ma anche lo stesso allenatore portoghese non è esente da colpe di carattere tattico, così come gli stessi giocatori non hanno espresso al meglio il calcio richiesto.
Con Josè Mourinho, la Roma è pronta a voltare pagina e iniziare una nuova era dove sarà vietato sbagliare. La rosa non è carente e con qualche accorgimento potrà dire la propria nel prossimo campionato, in attesa di quello che sarà il vero primo acquisto dell’era dello Special One, ovvero quel Nicolò Zaniolo che tanto è mancato in questa stagione.
Intanto, tenendo in considerazione i giocatori che hanno collezionato un giusto numero di presenze, ecco i giocatori che, in positivo e negativo, si sono distinti in questa strana e deludente stagione.
I top della stagione della Roma
Henrikh Mkhitaryan 8
34 partite giocate, 13 gol e 11 assist. Basterebbe questo per spiegare la stagione assolutamente sontuosa che il talento di Yerevan ha vissuto quest’anno. L’armeno è stato, nel girone d’andata, il diamante incastonato nella tattica della Roma ed è riuscito con talento e qualità a trascinare i suoi fino al terzo posto. Nel girone di ritorno, complice l’acutizzarsi di guai fisici, lo score diminuisce, ma appena rientra in condizione si dimostra devastante. La Roma dipende dalle sue giocate e la squadra vive delle sue fiammate, non sarebbe sorprendete vederlo trionfare come miglior centrocampista della Serie A perché questa versione dell’armeno è il vero prototipo del perfetto trequartista
Leonardo Spinazzola 7,5
Un fragile treno che ha evidenziato perfettamente la facilità di calcio che i giallorossi hanno con lui in campo, contrapposta alla difficoltà di spingere sulle fasce nei periodi di lungo degenza dell’esterno azzurro. Solo gli infortuni hanno fermato la stagione di un giocatore che troppo spesso era passato in sordina, ma quest’anno stava vivendo una stagione da sogno, mostrando velocità, tecnica, grinta e tanta intelligenza. Sarà un punto fermo per la Roma di Mourinho.
Jordan Veretout 7
In una stagione in cui gli attaccanti hanno sparato a salve, sono i centrocampisti ad aver dominato in fase offensiva e tra questi c’è sicuramente Jordan Veretout. Il francese vince la scommessa con Fonseca e arriva in doppia cifra in una stagione dilaniata, anche per lui, dagli infortuni. Centrocampista completo che riesce a rendersi pericoloso sia con tiri dalla distanza, sia con i proverbiali calci di rigore dove si dimostra sempre freddo e preciso nella battuta. Stupendo in entrambe le fasi d’azione perché in difesa fa valere il suo fisico e il suo senso tattico, mentre in attacco è decisamente un valore aggiunto.
Rick Karsdorp 7
La vera sorpresa di questo campionato giallorosso. L’olandese sembrava relegato ad una stagione da comprimario dopo anni di infortuni, prestazioni difficili e cessioni mancate. Sembrava, per un breve periodo, diventare un promesso sposo dell’Atalanta, ma Fonseca lo ha tenuto e alla fine ha avuto ragione. Con la continuità, sia fisica che di gioco, giusta l’olandese si è dimostrato un giocatore di enorme qualità e di grande spinta donando superiorità alla manovra giallorossa. Segna un gol e mette a referto anche sei assist diventando la nota più lieta della stagione.
Lorenzo Pellegrini 7
7 gol, 6 assist e una fascia da capitano conquistata grazie alle sue grandi doti da leader. Se la Roma sembra, soprattutto nella seconda parte del campionato, caracollare in mezzo al campo e inanellare prestazioni difficili, il centrocampista azzurro è l’ultimo a mollare. Di qualità ne mostra tanta e tatticamente è stato una grande manna dal cielo per Fonseca che lo ha potuto schierare sia da trequartista che da centrale di centrocampo.
I flop della stagione della Roma
Paulo Fonseca 4
Come l’obiettivo prefissato, ovvero il quarto posto. Non si rinnega la spedizione europea fatta di grandi soddisfazioni, ne alcune ottime intuizioni tattiche tra cui Karsdorp, Cristante e Darboe, dovute anche da una mole di infortuni senza precedenti, ma il campionato è stato estremamente deludente. Con un anno di esperienza in più, Fonseca termina ad 8 punti dalla sua precedente stagione e il quinto posto si tramuta in settimo. Diminuiscono i gol segnati, aumentano i gol subiti e la squadra è capace di vincere un solo scontro diretto (vs Lazio) in tutto il campionato. La Conference League è un contentino troppo magro per pensare che l’allenatore non abbia, in qualche modo, fallito.
Pedro 4,5
Doveva essere il grande acquisto della campagna estiva, quel giocatore che può, grazie alla sua esperienza, trascinare la squadra e donarle qualche punto in più. Così non è stato. Lo spagnolo è sembrato, spesso, svogliato, senza mordente e totalmente estraneo alla tattica giallorossa. Si contano sulle dita di una mano le giocate realmente preziose fatte da un giocatore di grandissima qualità, che però quest’anno è rimasta inespressa. Tante insufficienze, tantissimi palloni persi e mal giocati. Questo non è il vero Pedro, ma una copia sbiadita.
Marash Kumbulla 5
Troppe serate no per un giocatore pagato a peso d’oro dopo l’ottima stagione di Verona. L’albanese è il secondo flop della campagna acquisti giallorossa e da titolare fisso e certo dell’armata di Fonseca, diviene rapidamente oggetto misterioso scalzato dal trio Ibanez-Mancini-Smalling (a volte anche Cristante). Grossolano in molte scelte difensive e vari gol arrivano da suoi errori di posizionamento. Giusto dargli un altro anno di rodaggio, ma in questa stagione la valutazione è bassa.
Pau Lopez e Mirante 5
Senza distinzioni. I due portieri della Roma si dividono l’arduo compito di difendere la porta di una squadra che, negli ultimi anni, ha preso fin troppi gol e questo dualismo non paga. Nello stesso modo con il quale si alternano, vengono registrati errori su errori, sia in campionato che in campo europeo. Lo spagnolo è alla seconda stagione sottotono, mentre l’italiano non rinnoverà dopo la conclusione di quest’annata e con il danno anche la beffa! Fuzato, in poche partite, si è dimostrato estremamente solido facendo dimenticare i due portieri e rendendo facile l’addio di entrambi in favore di qualche estremo difensore più pronto.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato sulle ultime novità, i Pronostici Scommesse e i migliori Bonus Bookmaker.