La società è infuriata col tecnico portoghese e sta già progettando il futuro. Fiducia a tempo. Non si escludono ribaltoni in queste ultime partite.
Errare è umano, perseverare è diabolico. E la Roma, uscita con le ossa rotte dall’Old Trafford di Manchester, ci è ricascata, immemore della batosta rimediata 14 anni fa. Il netto 6-2 della semifinale di andata, estromette Dzeko e compagni dalla corsa all’Europa League, a meno di imprese che, nella gara di ritorno, avrebbero del clamoroso.
Servono quattro gol senza subirne per guadagnarsi l’accesso alla finale. Un compito improbo, visto che nelle ultime tre partite di campionato la Roma ha preso sette gol e ne ha segnati quattro. Sul banco degli imputati, come da prassi, ci è finito Paulo Fonseca, allenatore portoghese che poco si intende con la nuova proprietà americana, tanto che il presidente Dan Friedkin avrebbe deciso di esonerarlo a fine stagione.
Un rapporto, quello tra Fonseca e la dirigenza giallorossa, che si era incrinato già nei mesi scorsi, quando i risultati stentavano ad arrivare e l’armonia nello spogliatoio scricchiolava a causa della tensione tra il tecnico ed Edin Dzeko. Poi le cose sono cambiate: è arrivato un nuovo DS, Tiago Pinto, estimatore di Fonseca e la Roma ha ottenuto risultati importanti. Soprattutto in Europa, vista come unica ancora di salvezza a dispetto di una stagione deludente. Ora la débacle di Manchester ha rimesso tutto in discussione.
Negli uffici di Trigoria si discute il futuro del tecnico, mai così in bilico, ma che dovrebbe comunque terminare la stagione al netto di clamorosi colpi di scena (risultati che possano compromettere anche la qualificazione all’Europa League). Per il prossimo anno, invece, il primo nome sulla lista è quello di Maurizio Sarri. Il tecnico napoletano è nel mirino della Roma già da diverso tempo, e ora i giallorossi potrebbero offrirgli una buona opportunità per ripartire dopo l’esonero patito dalla Juventus.
Tutto questo, Fonseca permettendo: il tecnico lusitano si gioca tutto in una settimana. L’Europa League resta l’unico obiettivo raggiungibile e, a pensarci bene, l’impresa per quanto ardua non è impossibile. Basta fare quattro gol. Ma tra il dire e il fare…
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