Domani pomeriggio, 28 agosto, Roberto Mancini sarà presentato come nuovo allenatore della nazionale dell’Arabia Saudita.
Il 13 agosto scorso Roberto Mancini si era dimesso da c.t della nazionale italiana. Una scelta clamorosa, un fulmine al ciel sereno. Dietro a questa decisione dell’ex giocatore di Sampdoria e Lazio i classici motivi personali, come giustificazione a questo addio repentino.
I motivi personali sono arrivati direttamente dall’Arabia Saudita: ricco contratto triennale, secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, 60 milioni di euro fino al 2027. Anche Roberto Mancini si è convinto che il futuro del calcio non si trova né in Italia né in Europa.
Roberto Mancini, da Wembley al deserto: ora si spiega tutto
Roberto Mancini ha lasciato la nazionale italiana dopo 61 partite. Sarà ricordato per la notte di Wembley ma anche per la mancata qualificazione ai Mondiali. Certo saper uscire di scena al momento giusto è da star del cinema, da Special One.
La federazione italiana ha già trovato in Luciano Spalletti il suo successore. Certo, l’addio di Roberto Mancini, pensando a quello che può rappresentare la maglia della nazionale, è stato amaro per i nostalgici di un calcio che non esiste più. Lo aspetta il deserto dell’Arabia Saudita, ma con movimento calcistico in forte espansione.
L’Arabia Saudita attualmente si trova al 54° posto del ranking, sopra la Finlandia e sotto l’Irlanda. Roberto Mancini avrà il compito di scalare la classifica e conquistare quei Mondiali che con l’Italia non è riuscito a raggiungere. Molto probabilmente avrà il solito staff, da Salsano a Nuciari, da Evani a Oriali, che il presidente Gravina aveva cambiato. Un interferenza non gradita dall’ex c.t della nazionale che anche per quello si era dimesso. Ma é bastato poco, non certo il denaro ma di tempo, per capire tutto.
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