Dura reprimenda del Comitato Tecnico Scientifico sul tema stadi: “Regole sulle riaperture mal interpretate, con settori assiepati in ragione del maggior costo dei biglietti”.
Vietato abbassare la guardia: questo il mantra della comunità scientifica che si appresta ad affrontare una recrudiscenza dell’infezione da Covid-19. Mentre l’esecutivo ragiona su misure restrittive da applicare ai soli non vaccinati, in vista del periodo natalizio, il Comitato Tecnico Scientifico vigila sul rispetto delle norme relative al contenimento dei contagi.
Una di queste riguarda la parziale riapertura degli stadi, portati a una capienza massima del 75% lo scorso 7 ottobre. In merito, il CTS ha espresso una dura reprimenda nei confronti delle società, ree di far rispettare la norma in maniera errata.
In un comunicato apparso su “Il Tempo” si legge: “Dalla osservazione del fenomeno, ad esempio dalle immagini televisive delle partite di calcio, emerge che sia stata data un’interpretazione potenzialmente elusiva della regola che limita la presenza al 75% degli spettatori“
“Tale regola – si precisa – non può infatti essere interpretata nel senso di consentire la chiusura al pubblico di larghe porzioni dello stadio (come le curve i cui biglietti sono venduti a prezzo minore) al fine di utilizzare poi la capienza massima consentita per riempire pressoché integralmente gli altri ordini di posti. La capienza degli impianti deve essere inderogabilmente rispettata utilizzando tutti i settori nei quali vanno garantite le suddette proporzioni tra i posti occupati e quelli liberi“, conclude la nota.
Vedremo se seguirà azione specifica da parte della FIGC o delle singole società calcistiche.
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