Lukaku all’Inter: l’affare dell’estate?
Non tanto per le cifre, dato che i circa 70 milioni spesi per il gigante belga non sono diversi da quelli spesi dalla Juventus per de Ligt, quanto per il peso specifico mediatico di un obiettivo praticamente mai negato da Marotta e quindi per così dire, dichiarato e centrato dall’Inter. Ma perché Antonio Conte ha voluto così fortemente Lukaku?
Lukaku ha sempre voluto Antonio Conte
Innanzitutto, partiamo dalla premessa, dal primissimo capitolo di questo thriller. Sin dall’inizio del calciomercato, Lukaku aveva dichiarato il suo amore: “Voglio andare da Antonio Conte perché è il più grande allenatore del mondo”. E quanto Conte tenga alla convinzione dei propri uomini nel progetto lo avevamo capito tutti un paio di anni fa quando aveva fatto fuori i due protagonisti principali (inizialmente da lui stesso riesumati) della Premier vinta con il Chelsea.
Antonio Conte prima allontanò Diego Costa, reo di avere un preaccordo con Diego Simeone (sponda Atlético Madrid) e poi mi mise fuori rosa David Luiz, da lui stesso rilanciato nel ruolo di difensore centrale – alla Bonucci – nella difesa a tre. Dunque Antonio Conte ha scelto Lukaku innanzitutto perché entrambi si sono piaciuti probabilmente dalla prima volta che si sono visti e soprattutto perché entrambi hanno creduto di poter credere insieme nel nuovo progetto Inter. C’è dell’altro?
Lukaku all’Inter: la motivazione tattica?
Il 3-5-2. Cerca un difetto tattico in Antonio Conte e lo troverai nel suo punto di forza, che spesso diventa un boomerang: l’integralismo. Tre difensori centrali per consolidare il possesso palla, almeno una mezzala di inserimento, due esterni per allargare le marcature avversarie e due punte che facciano innanzitutto da boa, da punto di riferimento della costruzione della manovra.
Non a caso, alla guida dell’Italia, affidò le chiavi dell’attacco a due attaccanti per niente bomber, ma bravissimi a fare a sportellate, parliamo di Zaza e Pellè. L’interesse per Edin Dzeko non sembra dunque un capriccio, anzi, appare più che altro figlio di un progetto tattico di gioco ben chiaro, sin troppo forse.
Al Chelsea Antonio Conte fece un’eccezione e passò al 3-4-3, ma il concetto era sempre lo stesso: tre dietro, due esterni ampi di corsa e due giocatori di manovra davanti; solo che nel caso dei blues, i due uomini di riferimento offensivi giocavano come ali e rigorosamente a piede invertito: Hazard a sinistra e Allan a destra, in modo tale da non pagare l’anarchia selvatica di Diego Costa, che lasciato libero di attaccare solo la profondità, espresse una delle sue migliori stagioni personali in assoluto.
Che Inter sarà con Lukaku?
Lukaku non è uno specialista dell’attacco della profondità, non è un Pippo Inzaghi e neanche un Ibrahimovic, è un centravanti atipico. Aldilà della possibilità o meno che possa adattarsi alle difese di Serie A e segnare più o meno di 10 goal, sarà sicuramente impiegato per dare riferimenti alla manovra.
Questa struttura tattica, se funzionerà, permetterà all’Inter di essere più equilibrata in campo sia senza palla che soprattutto palla al piede.
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