“Il paddock senza di te non sarà più lo stesso”. È con questo messaggio, coinciso e toccante, che il team Petronas ha voluto dire addio a Fausto Gresini, interpretando il sentimento di molti. Il dirigente riminese si è spento stamane all’Ospedale Maggiore di Bologna a causa di complicazioni derivanti dal Coronavirus.
Gresini è stato per anni una figura di riferimento dell’intero Motomondiale, al quale ha portato tutta la propria esperienza da ex pilota fondando il team Gresini Racing. In sella alle sue motociclette targate Honda hanno sfrecciato tanti campioni, alcuni segnati dal suo stesso tragico destino di una morte prematura.
Come dimenticare Daijiro Kato, il primo a far salire il team Gresini Racing sul tetto del mondo in classe 250, o il “Sic”, Marco Simoncelli, altro campione iridato? Entrambi segnati da un destino funesto, strappati alla vita dalla strada, che tanto amavano padroneggiare in sella alle proprie motociclette.
Con loro Gresini aveva cucito quasi un rapporto filiale, tanto che quando Simoncelli morì, pensò quasi di ritirarsi dal mondo delle corse, come un padre chiude in un armadio il ricordo di un figlio scomparso per occultare il dolore . “Marco era speciale, era un puro. Non l’ho mai visto arrabbiato, mai un momento sopra le righe. Ho avuto tanti campioni ma lui era unico. Nulla sarà più come prima senza di lui”, disse Gresini un anno dopo, quando la cicatrice del lutto bruciava di meno.
Già: nulla sarebbe stato più come prima senza la genuinità e il sorriso di Marco Simoncelli. Lo stesso pensiero trafigge ora i cuori straziati di quanti hanno appreso della morte di Gresini. Senza di lui la MotoGP non sarà più la stessa.
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