Mondiali volley femminile, l’Italia riscatta la sconfitta contro il Brasile: batte gli Stati Uniti 3-0, e sale sul gradino più basso del podio.
Finiscono nel modo più dolce possibile i Mondiali di volley per la Nazionale femminile. Dopo la brutta sconfitta in semifinale contro il Brasile, la squadra allenata da Davide Mazzanti asfalta 3-0 (25-20; 25-15; 27-25) gli Stati Uniti e conquista il bronzo iridato, ottava medaglia di questo ciclo che dura ormai da cinque anni.
La sconfitta patita due giorni fa ha lasciato qualche strascico, e le “Azzurre” faticano nelle fasi iniziali del match, dove gli USA vanno sul 7-10 grazie a Drews. All’opposta americana prova a rispondere la nostra Egonu, ma la fase d’attacco non funziona alla perfezione, e un errore fa volare le statunitensi sul 9-13. Un break di quattro punti, coronato da due muri consecutivi, riporta il set in equilibrio, e da lì inizia un’altra gara.
Egonu, sul 15 pari, mette a terra due palloni di fila, mentre un ace di Bosetti ci regala un vantaggio di tre punti. Un primo tempo di Danesi, sempre imperiosa al centro, porta l’Italia sul 22-17. Tocca ancora alla centrale di Novara mettere a terra il pallone del 24-20, mentre gli USA, invadendo a rete, ci consegnano il primo set sul 25-20.
Non c’è praticamente storia nel secondo parziale: dopo un nuovo inizio stentato, con gli USA che vanno sul 6-9 grazie a un tocco di seconda della regista Carlini, le “Azzurre” riprendono a carburare. Egonu mette a terra il pallone del 10 pari, poi mura Parsons per portarci sul 12-11. Anche Bosetti è in palla, e lo dimostra mettendo a segno tre punti di fila per portarci sul 17-11.
Gli USA vanno in “bambola”: Washington sbaglia due attacchi dal centro e l’Italia scappa sul 20-13. Un errore di Cook vale il 22-14 per le nostre ragazze, che chiudono i conti con due aces di Lubian, sempre devastante al servizio.
Nel terzo set l’Italia torna a commettere qualche errore di troppo come contro il Brasile, permettendo dunque alle americane si restare in scia: Egonu e Lubian falliscono due attacchi permettendo alle americane di portarsi sul 7 pari, mentre è Parsons a firmare il break del 9-11. Lubian e Sylla ci riportano in vantaggio, ma segue una fase ricca di errori in cui gli USA, a segno con una fast di Washington, si riportano avanti 14-15.
Un ace dell’ex centrale di Novara, ora a Scandicci, fa volare le statunitensi sul 17-14, divario che viene ampliato sul 15-19 quando Cook sorprende la difesa con un pallonetto. L’Italia recupera un break, ma il set pare avviato verso la squadra di Kiraly: Parsons mette a terra il pallone del 18-21 e, se due punti della coppia Sylla-Egonu sembrano riportare la nostra Nazionale in carreggiata, Drews smorza gli entusiasmi con l’ace che vale il 20-23.
Un muro su Sylla dà quattro set point alle americane, ma l’Italia reagisce, con orgoglio, e ricuce il gap annullando, schiacciata dopo schiacciata, tutte le chance USA di prolungare la partita. Orro firma un ace per il 23-24, mentre Paola trova l’angolo giusto per portare il parziale ai vantaggi.
Parsons porta la sua squadra avanti 24-25, ma è Myriam Sylla ad annullare il quinto set point. Un errore di Washington, in fast, dà invece un match point all’Italia, e le ragazze non si fanno sfuggire l’occasione, chiudendo i conti con un muro di Anna Danesi (27-25).
La conquista del bronzo lenisce parzialmente la coltre di polemiche che si era addensata su quest’Italia, caduta solo due giorni fa al cospetto di un pur ottimo Brasile. Resta la delusione per l’oro sfumato, soprattutto alla luce della prestazione odierna, ma c’è da trarre un bilancio comunque positivo per quanto fatto in questo ultimo biennio, che ci ha visti salire sul podio in tre delle quattro grandi manifestazioni alle quali abbiamo partecipato.
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