Il mondo del calcio piange Mauro Bellugi: l’ex “stopper” di Inter, Bologna, Napoli e Pistoiese si è spento oggi, all’età di 71 anni, dopo aver combattuto una lunga battaglia contro il Covid che, nei mesi scorsi, ne aveva causato anche l’amputazione di entrambi gli arti inferiori.
Pilastro della prima Italia di Bearzot, con la quale giocò da titolare il Mondiale argentino del 1978 chiuso al quarto posto, Bellugi era un prodotto delle giovanili dell’Inter, che lo promosse in prima squadra nel 1969 con la benedizione del presidentissimo Angelo Moratti. In maglia nerazzurra Bellugi visse cinque stagioni impreziosite dalla vittoria dello Scudetto nel 1971.
Ceduto al Bologna di Pesaola nell’estate del ’74, Bellugi si impose come uno dei migliori difensori a livello mondiale, riuscendo a guadagnarsi la fiducia incondizionata del CT Bearzot, che lo inserirà in pianta stabile nella rosa della Nazionale. Il Mondiale 1978 rappresenta il punto più alto raggiunto in maglia azzurra (32 presenze per lui). Il quarto posto raggiunto dopo aver perso la “finalina” contro il Brasile, lascia ancora un po’ d’amaro in bocca per una squadra capace di spingersi sino alle soglie della finale e reggere per quasi un’ora l’impatto con l’Arancia meccanica di Kruijff.
Bellugi era ricoverato all’ospedale Niguarda sin dallo scorso novembre. La sua scomparsa lascia un vuoto nei cuori della moglie Lory e nella figlia Giada.
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