Gli effetti deleteri del Covid si riflettono in modo patente nella tabella del “salary Cap” pubblicata oggi dalla Liga spagnola, la quale raccoglie i limiti di spesa salariale che ciascun club di prima e seconda divisione si impone, e che concorda con l’organo di controllo appositamente istituito per vigilare sulla salute finanziaria delle singole squadre.
In pratica ogni team ha l’obbligo di presentare ai vertici del campionato un limite di spesa oltre il quale non può andare. Limite che viene calcolato, ed eventualmente corretto, in base al fatturato della singola squadra. Tra le squadre che hanno presentato un budget maggiore di spesa figurano, ovviamente, le tre compagini più vincenti degli ultimi anni: Real Madrid (473, 3 milioni), Barcellona (347 milioni) e Atletico Madrid (217,3 milioni).
Budget in calo
Sebbene il margine di spesa resti ancora molto alto, si nota come esso abbia subito un netto restringimento rispetto a un analogo rapporto presentato nel novembre scorso. Il Barcellona ha dovuto infatti ridurre il suo potere contrattuale di ben 35 milioni (da 382 a 347). Stessa cifra ha sacrificato l’Atletico (sceso da 252 a 217). L’unica fra le big ad aver aumentato (leggermente) il proprio tetto salariale è il Real, salito da 468 a 473.
Il salary cap, che oltre agli ingaggi lordi dei giocatori prevede anche i costi per i diritti d’immagine, le spese previdenziali, i TFR e gli ammortamenti al bilancio, rappresenta uno specchio dell’attuale situazione di crisi generale in cui il mondo del calcio (e non solo) versano. Tebas, presidente della Liga, si era espresso sull’argomento qualche mese fa annunciando tempi di sacrifici per tutte le squadre, specie per le “big” che “Hanno maggiori incassi da stadio e dipendono meno dai diritti TV”. Il mondo del calcio è in ginocchio. Per rialzarsi ci vorrà tempo.
Seguici su Telegram
Rimani aggiornato sulle ultime novità, i Pronostici Scommesse e i migliori Bonus Bookmaker.