La Juventus torna a vincere un Derby d’Italia dopo un anno e mezzo.
La banda di Max Allegri sconfigge 2-0 l’Inter di Simone Inzaghi, scavalcandola in classifica e riavvicinandosi alla zona Champions.
Come si suol dire più o meno un tempo per parte.
Primo tempo di netta sofferenza per i bianconeri, con una Inter che fa valere il maggior tasso tecnico oltre che la maggior esperienza rispetto ad una Juve infarcita di talenti che, seppur buoni, sono ancora forse troppo giovani per competere a certi livelli.
Bianconeri che soffrono le fasce, con Dimarco e Dumfries che la fanno da padroni, rispettivamente a sinistra e destra, di fatto oscurando i colleghi su sponda opposta, Cuadrado il solito svagato e Kostic in sordina e impreciso più di quanto non è di solito.
In compenso non male la difesa, con un Bremer che sembra aver ritrovato una buona forma, sempre attento quando il pallone capita dalle sue parti, e che sfiora addirittura il gol nell’unica azione da gol degna di tal nome di Madama nella prima frazione, ma in spaccata l’ex Toro la manda sull’esterno.
Là dietro dicono la loro anche Danilo promosso titolare, e Alex Sandro, entrambi molto determinati ad immolarsi nelle conclusioni da distanza ravvicinata dei vari Dimarco e Calhanoglu.
Bianconeri anche fortunati, con Dzeko e Dumfries che falliscono due clamorose palle gol, sulle quali nulla avrebbe potuto uno Szczesny che, di contro, sarà strepitoso nella ripresa.
Che comincia sulla stessa falsa riga di un primo tempo dominato dai nerazzurri, i quali partono forte anche a inizio secondo tempo, con Dimarco che dalla distanza impegna piuttosto severamente il portiere polacco.
Che poi è strepitoso nel ripetersi anche su Calhanoglu.
Juve che ha il merito di non demordere, e di trovare il vantaggio proprio nel proverbiale momento migliore dell’Inter.
Accelerazione sulla sinistra di Kostic, che batte in velocità un Barella ormai stremato e scarica un cross rasoterra per Rabiot, il quale infila nell’angolino un colpo da biliardo con l’interno destro.
Il gol cambia quasi radicalmente l’andazzo del match, con la Juve inizia un doppio-gioco di accorciarsi e ripartire nei momenti giusti.
Bianconeri che trovano anche più volte dei calci d’angolo, da uno dei quali nasce il gol del possibile raddoppio di Danilo, poi annullato per attacking handball da parte dello stesso brasiliano.
Nel frattempo la Juve si impegna nel difendere il risultato, prima in un pressing mirato a zona che impedisce agli avversari di trovare spazi giusti, poi, nell’unica volta nel secondo tempo in cui Madama lascia spazi, Lautaro si immola a centro area e prova a sfatare il tabù Stadium, ma glielo nega un ancora ottimo Szczesny.
Nel finale i bianconeri hanno lo slancio per trovare il definitivo colpo del KO, con una percussione centrale, stavolta da parte del redivivo Di Maria, che allarga sulla sinistra per il sempre presente Kostic, il quale serve a centro area il pallone perfetto per il giovane Fagioli.
Il Primavera scaglia un destro su cui arriva la deviazione del nuovo entrato Gosens a mettere fuori causa Onana, ma il gol è tutto di Fagioli, che sceglie forse la partita migliore, il Derby d’Italia, per segnare il suo 1° gol allo Stadium, che è anche il suo 2° gol consecutivo con la prima squadra, dopo la perla di Lecce.
In pieno finale, l’altro ritornante Chiesa sfiora il gol che avrebbe fatto finire il match in trionfo per la Vecchia Signora, ma viene stoppato dalla ottima uscita di Onana.
Una vittoria importantissima soprattutto per il morale bianconero, un successo per chiudere bene il 2022, un trionfo che potrebbe veramente dare una svolta ad una stagione sin qui instabile, facendo recuperare fiducia ad un gruppo che, ultimamente, ne aveva persa tanta.
Voti e pagelle.
Szczesny, voto 7.5
Nel primo tempo viene graziato dai vari Lautaro, ma soprattutto Dzeko e Dumfries, nella ripresa è strepitoso su Dimarco, Calhanoglu e lo stesso Lautaro, parate decisive che contribuiscono al risultato.
Alex Sandro, voto 6.
In difesa si impegna a respingere le conclusioni dalla distanza avversarie, immolandosi spesso con il corpo, e non disdegna la discesa sulla fascia, a coadiuvare l’onnipresente Kostic.
Danilo, voto 6.5
La fascia da capitano dal primo minuto lo esalta, anche lui è sempre presente quando il pallone gli arriva a tiro, e non disdegna a sua volta di buttarsi in attacco, trovando anche il gol però giustamente annullato.
Bremer, voto 6.
Il discusso centrale difensivo sembra ritrovare a sua volta la giusta forma fisica e mentale.
Inizia ad essere una sicurezza al centro della difesa, nel primo tempo sfiora anche il gol, e da una sua copertura difensiva nasce l’azione del gol decisivo.
Kostic, voto 7.
La fascia sinistra bianconera è sempre più sua, ha un gran dialogo con i compagni e una gran visione di gioco, e sostanzialmente piazza entrambi gli assist per i due gol.
E un gol lo sfiora lui, con un gran sinistro dalla distanza di leggero controbalzo, deviato sul palo da Onana.
Rabiot, voto 6.5
Un giocatore che era dato per bollito già al primo anno, ma che sta crescendo col tempo, diventando punto di riferimenti della mediana, bravo sia in fase di interdizione che di impostazione, e il gol che apre le marcature è una perla.
Fagioli, voto 7.
Il gioiellino della Juve vede crescere sempre più il suo peso specifico in fase offensiva, con la sua tecnica individuale e la sua grande determinazione e visione di gioco.
Il suo 1° gol allo Stadium arriva proprio nel momento perfetto, nel Derby d’Italia, cosa chiedere di più dalla vita per un giovane bianconero…
Miretti, voto 6.5
Sovrappone bene là davanti con un Milik forse troppo isolato come unica punta, e partecipa sempre alle folate offensive della sua squadra.
Chiesa, voto 6 di incoraggiamento.
E’ rimasto fuori dal campo da quasi un anno, è naturalmente ovvio che non abbia ancora la forma fisica adatta, ma ci prova, e in pieno finale sfiora il clamoroso tris.
Di Maria, voto 6 di incoraggiamento.
Vale lo stesso per El Fideo, che Allegri getta nella mischia nel finale.
Anche l’argentino, in questa sua finora sciagurata stagione, che fra infortuni e squalifiche lo ha visto impiegato pochissimo, dimostra di non avere molta birra nelle gambe, pur avendo determinazione.
Partecipa allo sviluppo dell’azione per il gol che chiude i conti, aprendo a sinistra verso Kostic.
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