Non era mai successo, nella storia della selezione, di mancare due volte l’appuntamento mondiale.
Più che un anno, sembra un paradosso in cui bisogna disperatamente capire quale degli eventi è definibile “eccezione alla regola”.
La conferenza stampa di Mancini e Gravina ha evidenziato un piccolo, ma significativo elemento, ovvero che la sconfitta clamorosa degli azzurri, eliminati dai playoff per i Mondiali di Qatar 2022 per mano della Macedonia del Nord, non deve sminuire ciò che di bello è stato fatto in quest’annata.
Argomento che potremmo tranquillamente rovesciare evidenziando l’Europeo vinto dall’Italia come eccezione ad un periodo difficile per il nostro calcio.
Nonostante ciò, è sicuramente paradossale pensare che in soli 8 mesi la selezione del Commissario Tecnico Roberto Mancini ha ottenuto una storica vittoria ad Euro2020, giocando benissimo, battendo le grandi del calcio europeo e meritando ampiamente il risultato finale che ha consentito, insieme ad un clamoroso filotto di risultati positivi, di ottenere il record di imbattibilità nella storia delle Nazionali.
37 risultati che hanno avuto, nella finale di Wembley, il culmine di un progetto che sembrava vincente per tutti e che aveva dato nuovamente entusiasmo e speranza al movimento azzurro.
Poi, l’inspiegabile e clamoroso crollo che ha portato un nuovo record che non avremmo mai voluto vedere. L’Italia non andrà ai Mondiali per la seconda volta consecutiva, una situazione inedita per il nostro calcio e che spazza via anni di duro lavoro.
Dal paradiso all’inferno in soli 8 mesi, dove sembra cambiato tutto e sembra cambiato il Mondo.
I problemi dell’Italia nell’appuntamento mondiale hanno matrice ben più lontana rispetto a quanto si possa pensare. Gli azzurri, dopo la vittoria del 2006, hanno sentito solo la parola “fallimento” accostata al Mondiale: nel 2010 e 2014 fuori ai gironi, nel 2018 e 2022 non qualificati.
All’Europeo partivamo come sfavoriti, senza troppe pressioni e con la voglia di dimostrare di poter essere in grado di vincere e dominare; negli ultimi match che hanno poi trovato il culmine nel gol di Trajkovski al 92′, gli azzurri erano spenti, fuori forma e senza la minima forza di volontà.
Appagamento? Calo dovuto ai tanti impegni con i club? Non si sa e queste ore di attesa mentre si aspetta la decisione finale di Roberto Mancini servirà per mettere tutti in discussione.
I giocatori non diventano “scarsi” in soli 8 mesi, ma può cambiare personalità e atteggiamento; un C.T. non passa da eroe a inadeguato in 8 mesi, ma le colpe di Mancini sono comunque chiare; un movimento non può rinascere e fallire in pochi mesi, eppure è successo.
Nell’anno dei record azzurri, purtroppo, abbiamo scelto di concludere con quello sbagliato e il Mondiale lo vedremo da casa.
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