Guerra Russia-Ucraina: ecco cosa può succedere al calcio e allo sport

L’ attuale crisi russo-ucraina sta spaventando e colpendo tutto il mondo con le due nazioni che minacciano lo scoppio di una guerra. Il conflitto, però, potrà avere conseguenze negative anche sul tessuto sportivo di entrambe le nazioni. In che modo il calcio, in particolare, potrebbe essere stravolto in caso di guerra.

Sono giorni di puro terrore per tutto il mondo. Il conflitto tra Russia ed Ucraina si fa, col passare del tempo, sempre più acceso. Il rischio è che possa scoppiare una guerra in un momento all’altro con le due nazioni che si preparano ad ogni tipo di evenienza. Sui social, di fatto, stanno spopolando i video, girati da cittadini russi ed ucraini, di carrarmati che bloccano i confini tra i due paesi e con esercitazioni e simulazioni da parte dell’esercito.

Ma che cosa sta succedendo attualmente? Il presidente russo, Vladimir Putin, vuole rivendicare il suo potere sull’Ucraina che in passato apparteneva all’Unione Sovietica prima del suo totale scioglimento, un vero e proprio evento che ha stravolto il paese russo. Inoltre, l’Ucraina potrebbe fare un passo in avanti che Putin non apprezzerebbe particolarmente: ossia entrare nella NATO. Se ciò accadesse la nazione avrebbe tantissimi stati alleati al suo fianco.

Con il passaggio dell’Ucraina nell’Organizzazione Atlantica, il Cremlino perderebbe il suo potere nell’area interessata. La Russia, che dispone di grandissimi armamenti nucleari, non tarderebbe nell’organizzare un attacco per cercare di cambiare le cose. Intanto la nazione è riuscita a penetrare nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk che si sono auto-proclamate come repubbliche filo-russe in un territorio ucraino e poi riconosciute da Vladimir Putin.

Un conflitto del genere paralizzerebbe non solo Russia ed Ucraina ma anche l’intero Occidente. L’Italia, tra l’altro, ne sarebbe colpita soprattutto dal punto di vista commerciale. Il territorio italiano, infatti, è uno dei paesi con cui la Russia realizza scambi. Si potrebbe pensare che l’Italia, per esempio, esporta dalla Russia una cospicua percentuale di gas naturale.

L’obbiettivo è quella di poter sciogliere ogni tipo di avversità attraverso la diplomazia e diversi stati europei stanno cercando di evitare lo scoppio di quella che viene definita come terza guerra mondiale e che potrebbe portare ad una vera e propria crisi su ogni tipo di settore.

Guerra Russia-Ucraina: l’influenza sul calcio

Naturalmente un conflitto di questa portate inficerebbe anche su uno dei sport più seguiti da entrambe le nazioni, ossia il calcio. Questa disciplina, da sempre, porta guadagni in molte nazioni ma che in caso di guerra avrebbe comunque conseguenze abbastanza disastrose. Il campionato ucraino, attualmente, è nel mezzo della consueta pausa invernale e dovrebbe riprendere venerdì con la diciannovesima giornata.

In Ucraina, chi sta vivendo attimi di terrore sulla propria pelle, è l’allenatore italiano Roberto De Zerbi. L’ex tecnico del Sassuolo milita sulla panchina dello Shakhtar Donetsk dallo scorso anno ed attualmente è primo nel proprio campionato. Tanta Italia nella squadra di De Zerbi che ha uno staff tecnico con tutti connazionali.

Lo Shakthar, ora, si trova in ritiro a Belek, in Turchia, in preparazione per la ripresa della Prem”jer-lіha. La squadra è impegnata nella trasferta a Kharkiv, contro il Metalist, città che è a pochi chilometri dal confine russo. Il rientro dovrebbe essere fissato per domenica ma in caso di peggioramento, infatti, la squadra potrebbe rimanere in Turchia.

Bisogna ricordare che lo stadio dei Minatori, la Donbass Arena, è cuore del conflitto russo-ucraino. Non è la prima volta che lo stadio cade in un conflitto: anche nel 2014 con i consueti bombardamenti, il club fu costretto a lasciare la propria città tanto che lo Shakhtar ha giocato in stadi neutri. Da parte del presidente ucraino, Volodymyr Zelens’kyj, non trapela nessuna novità ed il campionato dovrebbe ritornare regolarmente.

Non si può non prendere in considerazione anche il numero di perdite economiche che avrebbero diversi club russi. Basti pensare, per esempio, che il Gazprom, azienda maggioritaria dello Zenit di San Pietroburgo, ha avuto un crollo vertiginoso nella borsa. L’attuale situazione, tra l’altro, ha allarmato anche diversi giocatori che sono stati costretti a ricevere pagamenti in dollari in modo da non essere vittime dell’oscillazione della valuta nazionale.

Il conflitto potrebbe avere ripercussioni, tra l’altro, per la Champions League. La finale della competizione, infatti, si giocherà a San Pietroburgo il 28 maggio. Si era parlato di un passaggio a Londra ma è subito arrivata la smentita della UEFA. Cresce l’attesa anche per altre squadre come lo Spartak Mosca che a marzo giocherà gli ottavi di Europa League. Come squadra russa in Europa c’è anche lo Zenit che giovedì sarà impegnato nella trasferta in Spagna contro il Betis Siviglia.

Anche il mondo del pallone, dunque, segue con un andamento costante e preoccupato tutto ciò che sta accadendo ai confini tra Russia ed Ucraina. Tutto dipenderà dalle mosse della Russia che, per adesso, rendono molto complessa la propria ripartenza del mondo del calcio.

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