Il giovane bolognese della Eolo-Kometa conquista la salita più dura d’Europa dopo essere stato in fuga fino alla mattina. Non si nasconde Bernal, che con una splendida azione nel finale blinda ancora di più la maglia rosa.
Ci sono giornate che consacrano piccoli eroi all’Olimpo degli immortali dello sport. Imprese che, seppur rimangano isolate isolate, varranno per sempre un’intera carriera. Lorenzo Fortunato, venticinquenne corridore della Eolo-Kometa, forse non ne è ancora consapevole, ma oggi si è guadagnato di diritto un posto negli annali del ciclismo.
Sua la cima più importante del Giro d’Italia, il monte Zoncolan, che con i suoi 14.1 Km e le sue pendenze del 27%, incute timore anche ai più intrepidi scalatori. Invece, il piccolo corridore bolognese ha sfidato il freddo e la fatica, l’acido lattico che invade le gambe e ti invoglia a mollare. Un puntino azzurro è emerso dalla coltre di nebbia che avvolgeva il massiccio carnico, per coronare una maratona lunga 208 chilometri, partita sin dalla fuga del mattino.
Fortunato si è staccato dagli altri nove compagni d’avventura che ne avevano assecondato l’attacco iniziale e, insieme a Jan Tratnik della Bahrain, ha affrontato le rampe infernali del “Kaiser” friulano. La sua azione è stata così incessante che ha lasciato sulle gambe anche l’esperto avversario sloveno. A poco più di due chilometri Lorenzo si è trovato solo a combattere solo contro la sua fatica. A nulla sono serviti i tentativi di Tratnik, che ha provato a distribuire lo sforzo percorrendo l’ultimo tratto a zig-zag. Lo sloveno si è dovuto accontentare della piazza d’onore, succeduto da un altro italiano, Alessandro Covi, altro superstite della fuga iniziale.
Ma se per Fortunato c’è l’onore della tappa, gli applausi vanno tutti a chi questa corsa la sta dominando: Egan Bernal, primo tra gli uomini di classifica al traguardo. Il colombiano fa aderire ancora di più alla pelle la maglia rosa che si è conquistato con tanta fatica e che intende ora portare sino a Milano.
Bernal ha risposto prontamente all’attacco di Simon Yates, finalmente uscito allo scoperto nel tentativo di recuperare terreno in classifica. Né lui, né Bauke Mollema sono riusciti a resistere alla furia della locomotiva di Bogotà, che li ha silurati a 100 metri dal traguardo lasciando dietro di sé solo una scia rosa. Bernal comanda ancora la classifica generale, ora inseguito da Yates ma con un margine di 93 secondi. Per il corridore della Ineos la gloria si avvicina. Basterà resistere alle fatiche dolomitiche delle prossime tappe.
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