F1, Hamilton si prende il GP più folle dell’anno sul circuito dell’Arabia Saudita. I due fuoriclasse sono appaiati nella classifica iridata. Ad Abu Dhabi sarà battaglia.
Gara infinita per un Mondiale di F1 che non vuole scrivere la parola fine. Ciò cui si è assistito oggi sul circuito dell’Araba Saudita, penultimo appuntamento iridato del 2021, rimarrà negli annali come una delle vicende più folli della storia di questo sport.
Un GP interminabile: due bandiere rosse; incidenti ed interruzioni in regime di safety car; regole cervellotiche che rischiano di decidere il campionato; ma alla fine i protagonisti sono sempre Lewis Hamilton e Max Verstappen.
I due fuoriclasse hanno battagliato di santa ragione, si sono annusati fino a toccarsi a pochi giri dalla fine. La spunta Lewis Hamilton, che giunge al traguardo con un’ala danneggiata, ma si porta a casa anche il giro veloce per un finale “thrilling”.
Ad Abu Dhabi Verstappen ed Hamilton arriveranno appaiati a quota 369,5 punti, il che vuol dire una sola cosa: chi vince l’ultima gara si porta a casa il Mondiale. Il finale più giusto per una stagione senza precedenti nella storia della Formula Uno.
F1, il racconto del GP dell’Arabia Saudita
Bene Leclerc. che in partenza infila Perez e si prende la quarta posizione. Nulla muta nelle posizioni di vertice, dove Lewis Hamilton si mantiene davanti al compagno di squadra Bottas e a Max Verstappen.
Un primo momento di rottura si ha al nono giro: Mick Schumacher finisce contro le barriere alla curva 23. Entra in pista la safety car, e i due piloti Mercedes effettuano la sosta, mentre Max Verstappen riceve ordine di scuderia di restare in pista.
Quella che potrebbe sembrare una strategia suicida, si tramuta improvvisamente in un’arma a doppio taglio per la Mercedes: la direzione di gara, al giro 17, decide di esporre le bandiere rosse per riparare le barriere danneggiate dall’impatto con la Haas di Schumacher.
Si torna tutti ai box, e improvvisamente Verstappen si ritrova tra le mani la possibilità di cambiare le gomme senza effettuare alcun pit-stop, ma soprattutto a ripartire dalla prima posizione in pista.
Si ricomincia, ed Hamilton infila una grande staccata con la quale supera Max nel rettilineo iniziale, ma poi viene infilato dall’olandese, che passa in modo irregolare all’esterno in curva. Ne approfitta anche Ocon, che si inserisce in seconda posizione.
Dietro, però, accade l’imponderabile: Leclerc urta inopinatamente Perez (costretto al ritiro), mentre Mazepin finisce addosso a una Alpine.
Nuova bandiera rossa, ma nei box è il caos: il direttore di gara Michael Masi decide di far ripartire Ocon in pole position, con Hamilton secondo e Verstappen terzo, per evitare all’olandese, che avrebbe dovuto restituire la posizione a Lewis, un’investigazione e dunque una penalità in termini di secondi.
Alla ripartenza, la seconda, è Verstappen a fare la parte del leone: l’olandese si prende la prima posizione, mentre Hamilton rimane alla ruota di Ocon e viene rallentato dal francese della Alpine.
Ripresa la seconda posizione, Hamilton si mette alla caccia di Verstappen. L’olandese riesce a mantenere la leadership aumentando il vantaggio nel primo settore (sette/otto decimi in media) e perdendo negli altri due.
Nuova bandiera gialla per un contatto tra Tsunoda, che finisce a muro, e Verstappen che perde un pezzo di ala.
A proposito di ala: il momento cruciale della gara si ha al trentasettesimo giro: Verstappen riceve ordine di cedere la posizione ad Hamilton, ma l’inglese gli è troppo vicino e lo tampona quando l’olandese rallenta all’improvviso.
Ala anteriore danneggiata per l’inglese, che però non vuole sentire ragioni. Non intende demordere.
Entrambi i piloti finiscono sotto investigazione e mentre Hamilton, con un’ala danneggiata, si prende il giro veloce in 1.31.089, Verstappen prova un’astuzia mal congegnata: cede la posizione ad Hamilton per sottrarsi alla penalità, ma Verstappen gli si accoda, sfrutta la scia e si riprende subito la testa della corsa.
La direzione di gara non abbocca: cinque secondi di penalità a Max, che al giro 43 perde anche il primo posto in gara. Hamilton si invola così verso la vittoria numero 103 in carriera e affianca il rivale in testa alla classifica (come solo Fittipaldi seppe fare con Clay Regazzoni nel 1974).
Ad Abu Dhabi sarà battaglia vera, senza esclusione di colpi. Mai come stavolta vincerà chi sarà il migliore in pista.
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