Europei volley femminile: l’Italia, aspramente criticata dopo il successo contro la Slovacchia, risponde con un’affermazione anche più netta ai danni della Croazia. Un 3-0 che non ammette repliche, e suggerisce di giudicare con maggior equilibrio.
“Un bel tacer non fu mai scritto”: tante se ne sono dette, scritte e sentite ai danni della Nazionale di volley femminile, impegnata attualmente nella pool C dei campionati Europei a Zara, in Croazia. Come se vincere non fosse sufficiente, la squadra guidata da Mazzanti è stata sottoposta a severe critiche dopo il 3-1 rifilato alla Slovacchia. Critiche legittime, a fronte di una partita giocata al di sotto delle proprie possibilità, ma che non giustificano il pessimismo che ha circondato una squadra la quale, solo 20 ore prima, era dovuta scendere in campo contro la Bielorussia, e si era trovata ad affrontare un match di ben altro tenore agonistico rispetto a quelli disputati in precedenza.
Così come non spiega, a sole 48 ore di distanza da quella partita, come si possa battere così nettamente l’avversario più forte del girone, che alcuni alla vigilia erano anche passati a dare per favorito. Si parlerà forse di un’Italia “trasformata”. Ma di trasformato, in questa gara, si è visto solo il livello della battuta, mai così alto in questo torneo, che ci ha permesso di scavare un “solco” profondo nel primo set. Per il resto, il match ha messo in risalto alcuni aspetti di crescita che noi avevamo già sottolineato nella partita contro la Slovacchia. A cominciare dal livello della ricezione, che ha finalmente permesso ad Alessia Orro di giocare con palla in testa e servire meglio le proprie attaccanti. Proprio una ritrovata intesa tra Orro ed Egonu ha giovato all’opposta azzurra, che l’altro ieri era stata definita “svogliata”.
24 punti (fonte Cev), basteranno forse a far ricredere gli scettici. Così come i sette punti in attacco della capitana dimostrano forse che debba ancora recuperare la forma migliore, ma la ricezione, fondamentale che più ci aveva fatti tribolare nelle prime uscite contro Bielorussia e Ungheria, si mantiene su livelli da “linea verde” (42%).
Il 3-0 con cui è stata battuta la Croazia ha visto subito un’Italia brillante allungare sul 10-7 (muro di Fahr ed Egonu su Fabris) dopo un’iniziale fase di iniziale equilibrio. Trascinata da un immenso turno in battuta della “Pantera” di Conegliano, (a segno con due aces), la squadra di Mazzanti ha tracciato un solco profondo che ha segnato le sorti del set: sotto 19-9, le croate hanno interrotto il break con un punto della stessa Fabris, ma poi hanno assistito all’epilogo inesorabile del set sul 24-15 quando, dopo aver annullato due set-ball, hanno sprecato in battuta con Peric.
Certo, non sono mancate le note in chiaroscuro, a dimostrazione di come le “azzurre” non siano ancora guarite del tutto. Il secondo set ne è un esempio: abbiamo iniziato sbagliando troppo in battuta (ben tre errori nei primi sette punti), e vacillato in ricezione permettendo alle croate di avere un contrattacco più agevole, nonché di punirci al servizio, come fatto da Fabris su Sylla in occasione dell’11 pari.
Il gioco ne ha risentito, e abbiamo cominciato a sbagliare, concedendo un break sul 12-14 dopo una pipe sparata out da Egonu. Mazzanti è dovuto ricorrere all’espediente del timeout, e sarà costretto a farlo ancora, quando nel finale di partita le nostre faticheranno a chiudere.
Nella fase decisiva di un set tirato come il secondo parziale, comunque, si è rivista in attacco la capitana Myriam Sylla: si dice spesso che a determinare il voto di una partita siano i palloni “pesanti”. Ebbene, la palermitana ha messo a terra, in diagonale, il pallone del 24-22 che ci è valso due set point. Set chiuso da un pallonetto della Egonu che, come le capita spesso, si carica di responsabilità nei momenti che contano.
Detto di un terzo set che si era messo in discesa su un ace di Chirichella (buona anche la prova delle centrali con nove punti complessivi), e che ci siamo complicate facendoci recuperare dal 21-9 al 22-13 su un ottimo turno al servizio di Butigan, Mazzanti ha avuto la lucidità di chiamare timeout e inserire Gennari nel momento opportuno per dare il colpo di grazia alla sfida. Proprio l’ex capitana di Busto ha messo a segno l’ace del 24-14, mentre Pietrini, anche oggi devastante con i suoi 14 punti e un 61% in attacco, ha chiuso i conti grazie alla diagonale del 25-14. L’unica nota stonata della serata è l’infortunio di Sarah Luisa Fahr, caduta malamente da muro. C’è preoccupazione, perché l’atleta italo-tedesca è uscita, visibilmente dolorante, tenendosi un ginocchio.
Domani è sfida alla Svizzera, utile a ribadire il primato nel girone e far rifiatare magari qualche titolare. Sfida che approcceremo con animo sereno. Lasciamo che duri, finchè possibile….
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