In esclusiva ai microfoni di Stadiosport.it, Fabio Caserta, allenatore della Juve Stabia ed ex centrocampista con trascorsi importanti tra Serie A e B, dove per arrivarci ha dovuto percorrere una lunga gavetta partendo dai campi del profondo sud. Fabio Caserta è un esempio da seguire per tutti i giovani, lui è la dimostrazione che con i sacrifici e il duro lavoro si può arrivare in alto. Partendo da Locri, passando per Barcellona Pozzo di Gotto fino ad arrivare al Catania, squadra con cui è riuscito a raggiungere la massima serie e sfidare campioni del calibro di Totti, Del Piero, Kaka, Crespo e tanti altri, giocando inoltre da protagonista in stadi gloriosi come quelli di San Siro e Olimpico. Il passaggio di Caserta da giocatore ad allenatore è stato brevissimo e non vede l’ora di vivere questa nuova esperienza in una piazza importante come Castellammare di Stabia, a cui ha dato e ricevuto tanto negli ultimi anni della sua carriera agonistica, ora starà a lui regalare ai tifosi delle “Vespe” nuove soddisfazioni dalla panchina attraverso un calcio divertente e propositivo.
Nel corso dell’intervista, con il tecnico della formazione stabiese abbiamo affrontato diversi argomenti legati non soltanto alla nuova stagione che è alle porte, ma anche sulle problematiche riguardanti il calcio in particolare alla Serie C, categoria dove la sua squadra milita. Essendo un giovane tecnico, ha dichiarato di ispirarsi a due grandi allenatori avuti da giocatore come Antonio Conte e Pasquale Marino, entrambi molto importanti durante il corso della sua carriera calcistica. Fabio infine ha dato una sua opinione su due squadre che affronterà nello stesso girone e a cui lui è legato per motivi professionali e sentimentali, chiaramente il riferimento va al Catania e alla Reggina, squadra quest’ultima della sua terra natia.
Ciao Fabio, come ti senti a vivere questa nuova esperienza alla guida della Juve Stabia e quali sono gli obiettivi della società per la nuova stagione?
“Sarà sicuramente un’esperienza molto bella e affascinante, da questa stagione ci aspettiamo di fare un campionato dignitoso senza prefissarci degli obiettivi. Siamo una squadra rifondata con molti giovani dopo i problemi dello scorso anno. Vogliamo cercare di far divertire i tifosi e portare più gente possibile allo stadio”.
Cosa si prova a passare in poco tempo da giocatore ad allenatore e quali differenze hai riscontrato ?
“Sono totalmente due mondi differenti, perché quando sei calciatore ti limiti a eseguire sul campo le indicazioni dell’allenatore e cercare di fare bene per te stesso e la squadra, quando invece alleni devi cercare di inculcare le tue idee di gioco ad ogni singolo giocatore e non è mai semplice riuscirci”.
La Serie C è caratterizzata da troppe vicende che trascurano il lato calcistico a causa dei vari ricorsi, fallimenti societari e penalizzazioni a campionato in corso. Secondo te qual’è la giusta ricetta per cambiare una volta per tutte questa situazione?
“Non c’è una ricetta per cercare di migliorare questa situazione, perché ci sono tanti problemi in tutte le categorie e non soltanto in Serie C, ogni anno c’è un problema in più ed è difficile affrontarlo. Io non so quale può essere la ricetta giusta, ma sicuramente qualcosa deve cambiare”.
Chi vedi tra le squadre del girone C più attrezzate per vincere il campionato?
“Le squadre sulla carta più attrezzate sono Lecce, Trapani e Catania, senza dimenticare Cosenza e Matera. Sono diverse le squadre che si sono rafforzate in questa sessione di mercato, ma le prime tre citate sono quelle più accreditate almeno sulla carta, poi sarà il campo a dover dire la verità”.
Restando al Girone C, come vedi Catania e Reggina, secondo te faranno una buona stagione?
“Dal mio modo di vedere il Catania sicuramente farà un grande campionato specie dopo gli interventi fatti sul mercato, quindi faranno di tutto per vincere il campionato anche perché è una piazza e una città importante che merita di stare in categorie superiori. La Reggina è un’altra piazza importante, che ha puntato su tanti giovani interessanti e ci sono i presupposti per poter disputare un buon campionato”.
A quale allenatore ti ispiri e qual’è la tua filosofia di gioco ?
“Ho avuto parecchi allenatori durante la mia carriera da calciatore, sicuramente il carisma di Antonio Conte che ho avuto la fortuna di avere all’Atalanta, è qualcosa di incredibile, perché ti trasmette una grande carica. Pasquale Marino a Catania mi ha insegnato tanto, facendomi crescere come calciatore e anche come uomo, facendomi giocare in Serie A. Sono tanti gli allenatori che mi piacciono, ma alla fine vado avanti con le mie idee come è giusto che sia. Per quanto riguarda i moduli di gioco, mi piacciono il 4-3-3 e il 3-5-2, li ritengo funzionali per ottenere risultati positivi, anche se alla fine il modulo è fine a se stesso, a fare la differenza sono sempre le motivazioni e la fame che si hanno per vincere le partite sul campo”.
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