Oggi abbiamo l’onore di intervistare Roberto Maizza, vice Presidente del Dipartimento Sport Bari. Lui, assieme al suo comitato no-profit, ha avuto modo di osservare quale sia l’opera di manutenzione ed igienizzazione dei campi in erba sintetica. Le società sportive sono molto carenti da questo punto di vista…
Buongiorno signor Roberto Maizza, si presenti agli amici di Stadiosport. Chi è e cosa fa per il mondo dello sport?
Buongiorno a tutti. Mi chiamo Roberto Maizza, ho 47 anni e sono il Vice presidente del Dipartimento Sport Bari. Questo comitato cittadino è nato nel febbraio 2019, con un obiettivo ambizioso. La volontà è quella di trasformare i campi in erba sintetica (ce ne sono più di duemila in Italia) in campi di erba naturale.
La LND (Lega Nazionale Dilettanti) sta facendo qualcosa in questo senso. Come primo passo vuole creare un terreno ibrido, con un sottofondo di sintetico, da cui però spunta erba naturale. Questo comporterebbe numerosi vantaggi, tra cui minori costi di sanificazione.
Ci può dire qual è la prima battaglia che state portando avanti?
Si riferisce alla manutenzione ed igienizzazione dei terreni sintetici. Come sapete, per questioni economiche, tutte le società sportive hanno adottato questo materiale nei loro campi.
Per costruire e fare manutenzione di un buon campo ci vuole una quantità di denaro non indifferente. Solo più di 400.000 euro per l’intera fase di costruzione, a cui vanno aggiunti oltre 70.000 per lo smaltimento. Il costo di gestione annuale sui 3/4.000 euro l’anno e l’omologazione ogni 3/4 anni a 4.000.
La LND (Lega Nazionale Dilettanti) e la FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) hanno emesso un regolamento standard approvato dalla CISEA, l’ente che si occupa della certificazione dei campi in erba sintetica. Il tutto è stato approvato il 7 dicembre 2018, quindi più di un anno fa.
Cosa esprime in maniera specifica questo regolamento?
In tale regolamento sono presenti dei parametri di riferimento tra cui ”la difesa della salute dell’individuo, in particolare dei minori”.
Un tema più che mai all’ordine del giorno, visto che dove si allenano i ragazzi, addirittura i bambini, con scuole calcio che vanno dai 6 ai 10 anni. Questi ultimi si allenano in strutture dove fanno attività anche i grandi, prevalentemente in orari serali, dalle 20 a mezzanotte inoltrata. Saliva, sudore, sangue è probabile che vengano lasciati sul terreno da questi atleti.
C’è bisogno di una sanificazione, specificata con detergenti approvati dalla LND e dalla FIGC. Ogni gestore deve avere un’apposita manutenzione e documentarla con dei piani di intervento specifici. E’ lo stesso discorso della ristorazione, con l’HACCP, un sistema di controllo e prevenzione della produzione e vendita di prodotti alimentari.
Quindi il vostro obiettivo è quello di far rispettare le normative di sanificazione dei campi in erba sintetica?
Si, c’è la volontà da parte nostra di far rispettare una legge istituita a livello di federazione nazionale. LA FIGC e la LND sono parte in causa di questa tutela dei minori ma anche degli adulti. I campi in erba sintetica, in fin dei conti, sono fatti di “plastica”. Ma nessuna società sportiva ha messo nel proprio programma un processo di sanificazione dei campi fatti con questo materiale.
C’è anche un altro problema, in riferimento alla composizione di questi campi in erba sintetica. Il materiale con cui sono fatti è considerato nocivo per la salute pubblica, non è vero?
Per l’occasione le cito un lavoro compiuto dalla Dottoressa Cinzia Randazzo, docente di microbiologia alimentaredell’Università di Catania. Lei assieme alla sua equipe ha coordinato uno studio in cui si evidenzia la presenza sui campi in erba sintetica di batteri potenzialmente pericolosi, come “Escherichia coli, stafilococchi ed enterococchi”.
Questa è una base molto importante su cui partire per portare avanti la nostra protesta. Nessuno però si occupa di effettuare i controlli presso i centri sportivi, per osservare il rispetto di una normativa convalidata a livello nazionale.
Un’altra questione grave riguarda i traumi che avvengono nei giocatori anche e soprattutto in tenera età. Sui campi in erba sintetica è presenta una gomma, un pallino nero o verde che serve ad attutire i colpi dei giocatori. Questo dev’essere ben spazzolato, perché durante le piogge o causa del movimento dei giocatori, questi intasi si spostano, creando dei cumuli. Quando l’atleta mette un piede nella parte dove si accumulano questi pallini e in un’altra dove non ci sono, hanno un risentimento vistoso negli arti inferiori.
Questo problema si ripercuota in chi ha il desiderio di approdare nelle serie professionistiche. Le società devono tenere conto dei danni pregressi a livello fisico subiti da questi atleti.
Il nocciolo della questione, però, sorge sulle competenze, su chi dovrebbe effettuare questi controlli, non è giusto?
Infatti la FIGC e la LND hanno demandato il compito ai rispettivi sindaci. Sappiamo come la stragrande maggioranza dei campi è di proprietà comunale. Però, da questo punto di vista, i politici a livello locale non pare abbiano compiuto dei passi in avanti.
Il compito nostro sarà quello di premere a livello politico perché vi sia più rispetto della legge e soprattutto della salute degli altleti.
Infine vi mostriamo una tabella riassuntiva della differenza di costi tra un campo in erba sintetica ed uno in erba naturale:
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