Emergenza Coronavirus: continua il dibattito riguardante la ripresa della Serie A. La Lega Calcio annuncia: “Ripartenza non oltre il 14 giugno”.
La barzelletta riguardante la ripresa del campionato di Serie A continua. Ogni giorno ne esce una nuova. Stavolta a fare la voce grossa è la Lega Serie A che ha annunciato che o si riprende entro il 14 giugno, altrimenti tanti saluti e arrivederci a settembre.
La questione è semplice ed è la stessa delle passate settimane: dal un lato ci sono la FIGC e la Lega Calcio che spingono per la ripartenza, dall’altro ci sono il Governo e i club di Serie A che invece sono scettici sulla possibilità che il campionato possa realmente riprendere. Nel mezzo ovviamente l’AIC che ogni giorno sembra cambiare schieramento.
Come ricorderete, Gravina, nei giorni scorsi, aveva mandato al Governo i protocolli che le squadre avrebbero dovuto seguire in caso di ripresa, mentre la Lega aveva chiesto al ministero dello sport due date per riprendere allenamenti e campionati.
La risposta di Spadafora però non era stata delle più positive. Il ministro dell sport infatti non solo ha rigettato i progetti della FIGC, ma ha anche, a detta della Lega Serie A, disatteso un accordo politico che era stato preso in precedenza.
In sostanza Lega e club di Serie A accusano il Governo di mancata chiarezza, visto che lo stesso Spadafora continua a dire: “la ripresa della Serie A non è certa“. Una frase che fa imbestialire soprattutto perché lo stesso ministro sembra non avere il coraggio di mettere la parola fine alla stagione.
Pertanto se non sarà il Governo a chiudere definitivamente il campionato, dovrà pensarci la FIGC. La Lega Calcio, dal canto suo, tenendo conto anche della necessità di fornire alle squadre almeno 4 settimane per una nuova preparazione, è stata categorica:
Se il campionato non parte entro il 14 giugno, non c’è più la possibilità di chiuderlo ai primi di agosto come vuole l’UEFA.
Emergenza Coronavirus: la posizione del Governo e la smentita della FIGC
La posizione del Governo continua a tenere banco in questa ormai famigerata faccenda. C’è chi la sostiene e chi, chiaramente, la contesta. La situazione è al limite del sostenibile e, sebbene non lo dichiari mai esplicitamente, Spadafora ci ha fatto capire come, nel profondo, non voglia che il campionato riparta. Il rischio, qualora qualcosa andasse storto, è troppo alto.
Di conseguenza continua a rimandare la ripresa, sperando che qualcun altro si assuma la responsabilità di porre fine al campionato o che si giunga presto ad un punto in cui il campionato non possa ripartire davvero. In questo senso, fonti vicine allo stesso Spadafora riferiscono ciò:
Nessun accordo sul riavvio della Serie A è stato raggiunto nei giorni scorsi. Il protocollo presentato e oggetto di approfondimento in questi giorni infatti riguarda esclusivamente la ripresa degli allenamenti. Nessun impegno è stato assunto dal governo per un arco temporale così lungo, non potendo fare previsioni su decisioni che possono essere valutate solo osservando l’andamento della curva dei contagi e sulle indicazioni che il comitato tecnico scientifico potrà dare.
Sulla scia di quanto detto dalle fonti del Governo, anche Gravina, presidente FIGC ha quindi detto la sua in merito ai mancati accordi per la ripresa:
Nessun accordo e nessuna indicazione di date. Ciò che è venuto fuori sono solo fughe di notizie false dannose per il calcio.
La posizione dei club di Serie A: la Lazio davanti a tutti
Se la posizione del ministero dello sport è quindi chiara, altrettanto chiara è quella dei club di Serie A che, chi più (Torino, Brescia e Sampdoria su tutte) chi meno, vorrebbero mettere la parola fine alla stagione. “Converrebbe pensare direttamente a settembre“, dicono in molti.
Una delle eccezioni è rappresentata però ovviamente dalla Lazio di Claudio Lotito che, dopo aver proposto uno spareggio con la Juve per lo scudetto, ha espresso la sua posizione contraria nei confronti del Governo mediante le parole del suo DS Igli Tare:
Spadafora non vuole aiutare il calcio, siamo stati discriminati.
Una discriminazione che la società biancoceleste, insieme a quei pochi che vorrebbero tornare in campo, esprime così:
Perché la Pellegrini si può allenare da sola in piscina e un calciatore non può farlo, da solo, nel suo ritiro? Non può certo andare a correre in un parco pubblico.
Emergenza Coronavirus: la questione “ripresa del campionato” in breve.
Per farla breve quindi la questione “ripresa del campionato” resta più complicata che mai perché Spadafora continua a non prendere decisioni, rimettendo il tutto nelle mani di altri. Gravina, dal canto suo, ha bisogno dell’ok del Governo per ripartire e Lega Calcio, club di Serie A e AIC restano nel più anonimo dei “ma che si fa?”. La situazione è dura, durissima. Chissà dove andremo a finire.
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