L’inchiesta plusvalenze aperta sulla Juventus rischia di scoperchiare un mondo di illeciti amministrativi e contabili, allargando il cerchio ad altre squadre professionistiche. “Il mondo del calcio è malato”, ammette l’ex procuratore della FIGC Giuseppe Pecoraro.
L’inchiesta aperta per falso in bilancio sulla Juventus, che la Procura di Torino sta mandando avanti in questi giorni, rischia di allargare il campo a molte altre società professionistiche. Non solo la squadra bianconera, accusata di aver “drogato” i bilanci con 282 milioni di plusvalenze fittizie, ma anche altre società piuttosto blasonate, tra cui la stessa Inter.
La squadra campione d’Italia è indicata da “Repubblica” tra quelle maggiormente coinvolte in questo meccanismo. La prassi è chiara: alterare la valutazione di un calciatore per far risultare un valore contabile molto più alto del suo valore reale e delle somme effettivamente spese.
Una delle società maggiormente aduse a questo tipo di scambi sarebbe il Genoa, che con Juventus ed Inter avrebbe trattato giocatori (di solito giovani provenienti dal settore giovanile o calciatori che non fossero riusciti ad affermarsi nel grande club), per un totale di circa 200 milioni (fatti risultare a bilancio, ma mai effettivamente versati).
Una grande marchingegno che è riuscito a tenere in piedi la fragile impalcatura economica delle squadre italiane. L’ex procuratore Federale Giuseppe Pecoraro, in un’intervista al “Corriere della Sera”, è stato chiaro d’altronde: “Per competere con i petroldollari di City, PSG e Chelsea ci vogliono risorse infinite. Il calcio è malato. La Juventus ha la vittoria nel DNA, e per questo si è dovuta adeguare al sistema delle plusvalenze”.
Pecoraro, in passato, si è impegnato per fissare dei criteri oggettivi che determinassero la valutazione dei calciatori: “Ma le mie istanze venivano sempre respinte”.
L’ex procuratore della FIGC porta alla luce un esempio concreto: “Il Perugia deteneva il cartellino di Gianluca Mancini che cedette all’Atalanta per 200.000 euro, permettendo alla Fiorentina (squadra nella quale il ragazzo era cresciuto e che l’aveva prestato agli umbri ndr) di incassare la metà del prezzo di cessione. Poi la Fiorentina diede al Perugia il portiere Santopadre, valutato un milione di euro. Allora mi chiesi: come fa a valere più di Mancini?”.
Il meccanismo delle plusvalenze coinvolgerebbe anche le trattative con squadre estere, tanto che, come vi abbiamo raccontato, il Napoli avrebbe sborsato appena 36 dei 71,5 milioni dichiarati dal Lille per la cessione.
Un sistema malato che deve al più presto essere regolamentato. Ne va della regolarità e della trasparenza di questo sport.
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