La Procura della FIGC ha notificato alla Juventus la chiusura delle indagini sulla manovra stipendi. Il Procuratore Giuseppe Chinè ha contestato al club bianconero la violazione del principio di lealtà sportiva, arcinoto e famigerato art 4.1.
Il club bianconero ora avrà due settimane di tempo per presentare le sue controdeduzioni. Una contestazione che si aggiunge a quelle in corso, vale a dire al caso plusvalenze. Un caso che pesa come un macigno sulla classifica della Juventus, che senza la penalizzazione di 15 punti, come spesso viene sottolineato da mister Allegri, sul campo avrebbe conquistato 59 punti che significherebbero anche secondo posto. La realtà è diversa e sconfinano il club bianconero ai margini europei, un insolito settimo posto con 44 punti, per un Europa che li vedrà comunque protagonisti giovedì 13 aprile contro lo Sporting Lisbona.
Juventus, dopo l’accusa pesante: “Pieno rispetto dei principi”
La mancata lealtà è una contestazione molto forte che aggrava il quadro bianconero. Una accusa se fosse confermata confermerebbe che la Juventus non era grado di iscriversi al campionato. In pratica gli accordi di riduzione agli stipendi non sarebbero tali e rappresenterebbero un escamotage per non iscrivere le cifre a bilancio nelle stagioni che vanno dal 2019-20 al 2020-21.
La Juventus con un comunicato stampa ha risposto: “La società ritiene di aver applicato correttamente i rilevanti principi contabili internazionali, nonché di aver operato nel pieno rispetto del principio di lealtà sportiva”.
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