Il caso Agnelli-Conte continua a tenere a banco: la procura FIGC, vista la mancata decisione da parte del Giudice Sportivo, apre un’inchiesta per fare chiarezza sulla situazione. Vediamo cosa rischiano il presidente bianconero e il tecnico nerazzurro.
Come accennato nelle scorse ore, continuano a tenere banco gli episodi incresciosi verificatisi due giorni fa durante Juventus-Inter di Coppa Italia. I fatti sono ormai noti a tutti: Bonucci che riprende Conte, il presidente Agnelli che ingigantisce il tutto e il tecnico nerazzurro che risponde a tono mostrando il dito medio alla fine del primo tempo.
Questa la sintesi di quanto accaduto fuori dal campo martedì sera. Ora però la questione è un’altra; il Giudice Sportivo, che ha comunicato poco fa le due decisioni in merito alla partita, infliggendo, tra l’altro, una giornata di squalifica a Marcelo Brozovic e Alex Sandro, non ha fatto alcun riferimento a quanto accaduto tra Conte e Agnelli. Una mancata presa di posizione che ha costretto il procuratore federale, Giuseppe Chiné ad aprire un’inchiesta per la quale è già stato convocato il quarto uomo del match di martedì, Daniele Chiffi. Questo il comunicato della FIGC:
Il Procuratore Federale Giuseppe Chiné ha aperto un’inchiesta relativa al comportamento di dirigenti e tesserati della Juventus e dell’Inter durante e al termine della gara di ritorno della semifinale di Coppa Italia disputata martedì 9 febbraio. Al riguardo è già stato convocato il quarto ufficiale della gara, Daniele Chiffi.
Dinanzi a queste parole viene logico domandarsi: cosa rischiano ora Andrea Agnelli e Antonio Conte?
Resta da capire se possa essere preso in considerazione l’articolo 25, dedicato alla prevenzione di fatti violenti, che al comma 6 punisce con ammenda e diffida i comportamenti e le dichiarazioni di dirigenti e tesserati che in qualsiasi modo possano contribuire a determinare fatti di violenza o ne costituiscano apologia. Con il pubblico allo Stadium sarebbe stato possibile, ma viste le porte chiuse è del tutto improbabile.
Si arriva quindi alle due norme di chiusura del sistema. In primis l‘articolo 39, che punisce i comportamenti antisportivi, i cui commi 2 e 3 sanzionano rispettivamente con squalifica per due giornate o a tempo gli allenatori e con inibizione minima di un mese i dirigenti. In secondo luogo l’articolo 4 che richiama tutti i tesserati ai principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva. Tradotto: Conte e Agnelli rischiano un’ammonizione, una squalifica (estendibile anche in ambito UEFA) o addirittura l’inibizione.
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