Il terremoto del calcioscommesse continua a scuotere il mondo del calcio italiano e finiscono tra gli indagati anche due caclaitori della nazionale: Nicolò Zanilo e Sandro Tonali
Fabrizio Corona ha rispettato le promesse e come aveva anticipato dopo il caso di Nicolò Fagioli, che ha confermato in Procura a Torino di aver “scommesso sul calcio”, oggi sono arrivati altri due nomi di altri due calciatori italiani che avrebbero il vizio del gioco.
Si tratta di Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo che tra l’altro si trovavano in ritiro con la nazionale di Spalletti.
La rivelazione è arrivata dal profilo Instagram di Corona che ha annunciato: “Alle 18 le prime prove sui calciatori coinvolti. Nel corso della prossima settimana tutte le prove e i documenti con audio e nomi.”
E così sono arrivati i nomi di Sandro Tonali, ex centrocampista del Milan ora al Newcastle, e Nicolò Zaniolo, l’ex attaccante giallorosso e adesso in forza all’Aston Villa: “Scommettono anche loro! Un informatore mi ha rivelato che Zaniolo scommetteva sulla partita della Roma in Coppa Italia persino quando era in panchina. I nomi mi sono stati dati da fonti certe che rivelerò quanto prima”. Infine aggiunge Corona: “Ho deciso di muovermi nel retro mondo del calcio per svelare le tante storture che vi si nascondono. Non solo scommesse, ma c’è ben altro. Parleremo presto, per esempio, di calciatori gay e del perché nessuno di loro ha mai svelato pubblicamente di esserlo. Cosa lo impedisce? Cosa fa sì che si nascondano”.
Tonali e Zaniolo mentre svolgevano l’allenamento pomeridiano con la nazionale a Coverciano hanno ricevuto la visita della Polizia intorno alle 18:00 che dopo aver consegnato loro gli atti dell’indagine ha proceduto ad ascoltarli.
Si tratta dell’inchiesta della Procura di Torino sulle scommesse illecite che oltre ai due azzurri coinvolgono anche Nicolò Fagioli.
Cosa rischiano Tonali e Zaniolo:
I regolamenti di UEFA e FIFA hanno disposizioni molto chiare a riguardo e la loro carriera potrebbe interrompersi per anni con una pesante squalifica non solo in Italia.
Newcastle e Aston Villa osservano sconcertati e sorpresi la vicenda che coinvolge i loro due calciatori.
L’oggetto dell’inchiesta della giustizia ordinaria dovrà approfondire se anche Tonali e Zaniolo come Fagioli hanno effettuato scommesse online su partite di calcio o altri eventi sportivi.
Se il procuratore federale Giuseppe Chiné una volta acquisiti gli atti trasmessigli dalla Procura di Torino aprirà anche l’indagine sportiva lo scenario per Tonali e Zaniolo diventerà identico a quello di Nicolò ossia gravissimo.
Come recita l’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva se viene confermata l’accusa di aver piazzato scommesse su partite di calcio i calciatori potrebbero avere una squalifica “non inferiore a tre anni”.
Secondo l’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva a ogni tesserato di squadre professionistiche “è fatto divieto di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano ad oggetto risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa”.
La violazione del divieto comporta per i soggetti dell’ordinamento federale, per i dirigenti, per i soci e per i dirigenti delle società la sanzione dell’inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore a 25 mila euro.
La Federcalcio ha deciso di rimandare casa i due calciatori “per loro tutela”.
Come comunicato dalla FIGC “a prescindere dalla natura degli atti, ritenendo che in tale situazione i due calciatori non siano nella necessaria condizione per affrontare gli impegni in programma nei prossimi giorni, la Federazione ha deciso di consentire il loro rientro presso i propri club, anche a tutela degli stessi“.
Il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha commentato così la notifica degli atti di indagini a Sandro Tonali e Nicolo Zaniolo e la scelta della FIGC di mandare a casa i due calciatori:
“C’è una partita che è molto più importante da giocare rispetto a quella degli Europei, che è quella della correttezza dei comportamenti. Tenendo conto che non è un problema calcistico ma una patologia sociale, perché la ludopatia questo è. È stata opportuna la scelta di mandare a casa i due ragazzi, anche per loro tutela”.
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