L’avventura in Champions League della Juventus finisce prematuramente ai gironi.
La banda di Allegri viene sconfitta 4-3 in casa del Benfica e abbandona definitivamente le già residue speranze di qualificazione agli ottavi.
Si intuisce già dalle prime battute che per questa Juve non sarebbe stata serata.
Con un Benfica estremamente aggressivo, a presidiare la metà campo avversaria fin dall’inizio, e a trovare il gol del vantaggio già al 7′, su azione partita da corner, con Antonio Silva che può capitalizzare a rete di testa, senza la minima pressione di una difesa juventina totalmente allo sbando, con Bonucci e il promosso titolare Gatti più spaesati che mai
Bonucci dà ormai l’impressione di essersi sparato tutte le cartucce in una carriera che, pur essendo stata senza dubbio di prim’ordine, pare ormai decisamente in declino, emblema di una difesa che ormai non funziona più.
Il pareggio di Vlahovic, arrivato solo grazie al consulto al var, è solo la pia illusione di una reazione soltanto apparente.
Ci pensa Cuadrado a vanificare tutto praticamente dopo pochissimi minuti, con un tocco con il braccio sinistro in area di rigore che è un’ingenuità pazzesca.
Come all’andata, Joao Mario non si fa pregare e dal dischetto la mette dentro.
Il tris dei portoghesi poi è qualcosa di imbarazzante, con il tandem Rafa Silva e Grimaldo praticamente in grado di far ciò che vogliono senza alcuna opposizione, con il primo a tagliare il campo sulla destra verso il secondo che chiude il triangolo mandando in gol l’attaccante, che si prende il lusso del colpo di tacco ravvicinato.
Né Bonucci né Gatti in questa occasione preparati.
Nella ripresa i bianconeri – per l’occasione con la divisa da trasferta, nera, come il momento attraversato…-sembrano approcciare con il piglio giusto e con la giusta aggressività, anche grazie all’ingresso di Milik al posto di Kean, per provare a dar vivacità ad un attacco quanto mai abulico, sterile e inconcludente.
Altra mera illusione, perché al primo affondo i portoghesi fanno poker, con la doppietta personale di Rafa Silva, grande protagonista del match, che, ancora una volta dimenticato da una difesa bianconera imbarazzante, incapace di salire con i tempi giusto, a tu per tu con Szczesny lo supera con uno scavetto mancino.
Juve totalmente arrendevole e incapace di reagire per una ventina di minuti buoni, in cui sfiora di subire anche il 5° gol, una cosa che in casa bianconera non capita da quasi 30 anni in un solo match.
Nel finale, alla disperata, Allegri getta nella mischia le giovani promesse Miretti, Soulé e Iling Junior.
Sembra veramente una mossa disperata, ma anzi produce un buon effetto, una reazione finale che serve a rendere meno pesante il passivo.
Iling Junior, il Primavera già debuttante in maglia Juve contro l’Empoli, match in cui aveva già fatto vedere ottime cose, fa un ottimo debutto in Champions.
Manco entra e si prende la stessa fascia su cui agiva il suo sostituto Kostic, e piazza immediatamente il 1° assist in Champions League della sua carriera, servendo a centro area per il sinistro vincente di Milik, che a sua volta bissa il gol dell’andata.
L’uno-due bianconero si concretizza sempre grazie ad una incursione di Iling, una delle pochissime note liete, che ancora una volta si fa trovare pronto sulla sinistra e piazza un gran pallone a centro area, dove Soulé fallisce la deviazione vincente, ma McKennie è più preciso e infila il gol definitivo.
Una gran bella reazione che potrebbe anche produrre il clamoroso pareggio, che non arriva per pochi centimetri sul colpo di testa di Gatti.
Bianconeri che poi rischiano di nuovo di subire il 5° gol con Rafa Silva che ancora una volta può immolarsi in una metà campo deserta causa sbilanciamento degli avversari, ma a tu per tu con Szczesny lo grazia colpendo il palo.
Una prestazione ancora una volta insufficiente, imbarazzante, inaccettabile, da parte di una squadra con pochissimo spirito reattivo, e la reazione finale non cambia troppo la sostanza, svegliarsi troppo tardi non paga.
Bianconeri che adesso devono quantomeno ottenere l’obiettivo minimo della ‘retrocessione’ in Europa League, oltre a concentrarsi su un campionato in cui son chiamati a risalire la china.
Voti e pagelle.
Bonucci, voto 3.
Non copre anche su palloni che sembrerebbero difficili da gestire, non trova neppure il giusto posizionamento difensivo, cosa di base, dalle sue parti tutti riescono a passare senza problemi.
Lontanissimo parente del roccioso e strategico centrale difensivo che abbiamo imparato a conoscere in questi anni.
Danilo, voto 5.
Sembra volerci credere e lottare, spingedo spesso anche sulla fascia, ma anche lui non è sufficiente.
Gatti, voto 6-
Anche lui in fase difensiva non da la massima sicurezza, nel primo gol non fa opportuna copertura sull’autore Antonio Silva, ma quantomeno a differenza degli altri lotta, anche favorito dalla freschezza della sua giovinezza.
E nel finale sfiora il gol di un pari che sarebbe stato clamoroso.
Cuadrado, voto 4.
Di solito riesce a compensare le disattenzioni in fase di disimpegno con la sua consueta abnegazione sulla fascia destra.
Stavolta fa mancare perfino quella, oltre al perdere un sacco di palloni e sbagliare quasi tutti gli appoggi.
Ed è praticamente il responsabile del gol del 2-1 portoghese, propiziando il calcio di rigore con una incredibile ingenuità con un tocco di mano in area di rigore.
McKennie, voto 6 di incoraggiamento.
Prova un pò a sopperire alla mancanza di spinta sulla fascia di Cuadrado, prova a mandare in gol Vlahovic, prova a dare dinamismo al centrocampo, poi mette a segno il gol definitivo.
Insomma, ha il merito di provarci, dote già rara in questa Juve.
Kostic, voto 6-
A sua volta in questo match non fornisce la giusta spinta propulsiva, ma comunque a sua volta ha il merito di provarci.
Vlahovic, voto 5-
Incappa nell’ennesima serata abulica, limitandosi a sfiorare il gol nell’azione in cui segna poi Kean.
Kean, voto 6 di incoraggiamento.
Sufficienza, peraltro neanche piena, solo per il gol segnato.
Iling Junior, voto 7.
Forse il migliore in campo.
Il suo ingresso è una delle svolte dell’ottimo finale di partita bianconero.
Dopo le già ottime impressioni nel debutto in prima squadra contro l’Empoli, il giocatore proveniente dalla Primavera si fa trovare preparato anche alla sua prima in Champions, scippando di fatto la fascia sinistra a Kostic e siglando subito il suo 1° assist in bianconero, con il bel cross per il gol di Milik.
Praticamente da solo è il principale protagonista della reazione Juve, perché sempre da una sua scorribanda sulla sinistra nasce il 4-3 di McKennie.
Grande giovane talento da coltivare.
Milik, voto 6
Sigla il gol che da il via alla reazione finale e in generale da un pò di dinamismo all’attacco.
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