Australian Open, Nole Djokovic vola in semifinale per la decima volta in carriera. Dopo un anno di assenza “forzata” il serbo torna a recitare il ruolo di protagonista e ora, salvo tiri mancini dello statunitense Paul, trova solo Tsitsipas a sbarrargli la strada verso lo slam numero 22 in carriera.
Nole Djokovic è tornato a recitare il ruolo di assoluto protagonista sul cemento degli Australian Open: sul campo della Rod Laver Arena, durante la mattinata italiana, l’ex numero uno al mondo ha schiantato un ex top five, Andrej Rublev, come se fosse la cosa più facile del mondo.
Gli sono bastati 25 games scivolati via in poco più di due ore di gioco per mettere ancora una volta in chiaro, semmai ve ne fosse bisogno, che è sempre lui l’uomo da battere. Nole ha neutralizzato senza problemi il tennis potente ma alquanto prevedibile dell’avversario, concedendogli 6 aces in totale, un misero 30% di punti realizzati sulla seconda di servizio e nessun break.
Archiviata la pratica Rublev, a Djokovic si pone dinnanzi l’ostacolo Tommy Paul, numero 35 del mondo, che ha battuto nel derby tutto statunitense dei quarti Ben Shelton. Il tennis a stelle e striscie riporta tre suoi rappresentanti tra i migliori otto dell’Australian Open dopo 23 anni (nel 2000 a rappresentare gli USA furono Agassi, Samparas e Woodruff), ma la sensazione è che il solo Paul (Korda si è dovuto ritirare anzitempo, sul punteggio di 2-0, contro Khachanov) non possa alimentare più di tanto le speranze di gloria americane.
La finale dovrebbe essere un affare tra Djokovic e Tsitsipas, con il greco impegnato nella parte opposta del tabellone contro il già citato Khachanov. Djokovic-Tsitsipas: l’ago della bilancia pende nettamente dalla parte di Nole (10 vittorie a 2 nei 12 precedenti). L’ultima volta in uno slam, finale sulla terra battuta del Roland Garros 2021, Djokovic rimontò due set di svantaggio. É già predisposto a una gara di sofferenza.
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