Concretezza, solidità ed esperienza al servizio della Mclaren per far decollare il team inglese dopo il grigiore del 2015.
JENSON BUTTON IN SINTESI:
Numero di gara | 22 |
Data di nascita | 19/01/1980 |
Nazionalità | Inglese |
Luogo di nascita | Frome |
Debutto in F1 | Gp Australia 2000 |
Presenze | 287 |
Vittorie | 15 |
Pole position | 8 |
Giri più veloci | 8 |
Titoli mondiali | 1 (2009) |
OBIETTIVO RINASCITA DA CENTRARE AL PIÙ PRESTO:
Pilota intelligente, dotato di grande acume tattico, pulizia di guida e solidità mentale, Button è anche un driver che sbaglia pochissimo nei momenti decisivi conservando freddezza e lucidità.
A ciò si aggiunge un notevole spirito di adattamento e di gestione della corsa nella fasi più convulse dettate da cambiamenti improvvisi e climatici. Quest’anno, come Alonso, cercherà di spremere dalla nuova Mclaren tutto ciò che è possibile, e anche di più per poter sperare di disputare una stagione dignitosa, visto l’andamento poco gratificante del 2015.
UN CAMPIONE DI SOSTANZA, IRIDATO NEL 2009:
La coppia Jenson Button-Fernando Alonso è l’altro duo iridato del Mondiale 2016, assieme a quello Ferrari, composto da Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. E come il finlandese anche il britannico Button ha vinto un campionato, nel 2009 con la Brawn Gp. Se l’è aggiudicato con apparente facilità in un’annata sorprendente dall’inaspettato dominio delle vetture bianche e gialle dirette da Ross Brawn. Il suggello ad una carriera che per Jenson era iniziata ben nove anni prima con la Williams e che prometteva scintille dopo i successi in Formula Ford. Era un ragazzo di vent’anni quando esordì a Melbourne. Il terzo debuttante più giovane nella storia della F1.
Concluse quel primo campionato all’ottavo posto con dodici punti e dall’anno successivo venne messo sotto contratto con la Benetton, affrontando una delle annate più negative del team di Enstone. Con quest’ultima scuderia, divenuta Renault nel 2002, prese parte anche alla stagione successiva assieme a Jarno Trulli. Tuttavia Briatore gli preferì l’arrembante Alonso per il 2003 e Button dovette cambiare aria. Si accordò allora con la Bar, team che gli permise di emergere tra i piloti più bravi e concreti presenti in F1 in quanto, soprattutto nel 2004, riuscì a lottare costantemente per le prime posizioni grazie anche ad una vettura competitiva spinta dal motore Honda.
Al termine dell’anno ottenne un ottimo terzo posto, il primo degli umani dietro i marziani della Ferrari, Michael Schumacher e Rubens Barrichello. Dal 2006 la Honda rientra in F1 con un suo team acquistando proprio la Bar e Jenson Button rientra a pieno titolo nei programmi nipponici. Ma le importanti aspettative della vigilia andarono ben presto deluse in quanto nel biennio 2007-2008 i giapponesi sfornarono una serie di vetture scarsamente competitive che misero in ginocchio le speranze del pilota inglese.
Unica, grande soddisfazione la prima vittoria in F1, ottenuta nel Gp d’Ungheria del 2006. Ma a fine 2008, accaddero una serie di eventi che portarono Button alla conquista del titolo mondiale nella stagione successiva. La Honda, infatti, dopo due anni di corse fallimentari, decise di ritirarsi e la scuderia venne acquistata dall’ex stratega al muretto Ferrari negli anno d’oro di Schumacher, Ross Brawn.
Il neonato team venne ribattezzato Brawn Gp e, grazie ad un’intelligente quanto scaltra interpretazione del nuovo regolamento tecnico, le monoposto guidate da Button e Barrichello a motore Mercedes iniziarono a volare fin dalla prima gara, lasciando le briciole ai rivali, Ferrari in primis. L’inglese si trovò, così, a battagliare solo con il compagno di squadra Barrichello, su cui ebbe la meglio vincendo il suo primo e finora unico mondiale.
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