E’ terminato il campionato di Serie B, che proseguirà con playoff e playout in programma a partire dalla prossima settimana, come vedremo nel dettaglio.
Nel frattempo festaggiano già due squadre, il Parma vincitore del torneo e il Como secondo classificato. Gli emiliani tornano in massima serie dopo due anni e un campionato di grande regolarità in cui, tolto un breve periodo di fisiologico appannamento, non ha mai dato segni di cedimento e ha vinto il campionato con merito.
I meriti vanno anzitutto a mister Fabio Pecchia, alla terza promozione in carriera dopo quelle ottenute a Verona e a Cremona, e a un collettivo pratico, a tratti spettacolare e nel quale si segnalano in parecchi, dal regista Bernabé alle frecce Man e Mihahila, passando per la punta centrale Benedyczak.
Ancor più degna di nota, non ce ne vogliano i ducali, l’impresa del Como. Programmata da un paio di anni con campagne acquisti mirate, la promozione è giunta a ventuno anni dall’ultima presenza in A; il patron era Enrico Preziosi, il quale smantellò la squadra che nel 2001-2002 aveva ottenuto la massima serie a sorpresa per assemblarne una dalle buone individualità, ma priva del tempo necessario a divenire gruppo con conseguente catastrofica annata e relativa doppia retrocessione e con l’onta del fallimento nel 2004.
Dopo un fugace ritorno in B nel 2016, durato però un solo anno, la società lombarda è stata rilevata dai ricchissimi fratelli indonesiani Arthono, ottuagenari ma con ben sette eredi. L’allenatore è ufficialmente il gallese Osian Roberts, alla prima vera esperienza, ma il vero tecnico è l’ex stella di Arsenal e Barcellona Cesc Fabregas, che un anno fa concluse la carriera da calciatore proprio tra i lariani divenendone la guida tecnica dopo l’esonero di Moreno Longo e fino al termine della proroga concessa a chi non ha il patentino.
In campo da segnalare i fin qui talenti inespressi di Patrick Cutrone e Simone Verdi, protagonisti con gol e assist di questa annata da incorniciare, ma tanti altri gol decisivi portano le firme dai difensori Barba, Odenthal, Goldaniga, Ioannou e dall’ala Lucas Da Cunha.
Ai playoff partiranno in prima fila Venezia e Cremonese, con i primi in lotta per la promozione diretta fino all’ultimo e i secondi costretti a rinunciarvi per via di vari stop inattesi, mentre il sorprendente Catanzaro, il ripescato Brescia, il volubile Palermo e la tribolata Sampdoria dovranno partire dal turno preliminare.
A retrocedere, infine, le neopromosse Lecco e Feralpisalò, al loro primo anno in B e già costrette a tornare in terza serie, e il deludente Ascoli, per il quale si prefigurava l’ennesima salvezza tranquilla e invece declassato dopo nove anni. La quarta retrocessa uscirà dal playout tra Ternana e Bari.
I pugliesi, in particolare, sfiorarono la promozione solo un anno fa perdendola solo nella finale playoff contro il Cagliari e in pieno recupero, ma lo smantellamento dell’attacco e una società non proprio irreprensibile e dal fare caotico, come dimostrano i quattro allenatori avvicendatisi, ne hanno compromesso le velleità sin dall’inizio e ben presto anche il solo ottavo posto, ultimo utile per gli spareggi promozione, si è rivelato una chimera.
Costretto a un certo punto a dimenarsi tra le sabbie mobili della zona retrocessione, il Bari ha quantomeno evitato di precipitare direttamente, ma ora dovrà compiere un’impresa per salvarsi.
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