Paul Pogba sarebbe risultato positivo al testosterone in un controllo dopo la prima giornata di campionato quando la Juventus ha giocato in trasferta alla Dacia Arena contro l’Udinese.
La giornata odierna, 11 settembre, sembrerebbe più nera che bianca per la Juventus. Dopo l’articolo del Il Giornale su una probabile cessione da parte della famiglia Agnelli, smentita prontamente da un portavoce di Exor, in casa bianconera è arrivata la notizia su un probabile caso di doping riguardante Pogba.
A Paul Pogba dopo un controllo anti-doping avvenuto dopo Udinese-Juventus dello scorso 20 agosto sarebbero state trovate tracce di testosterone. Una partita a cui il francese non ha nemmeno partecipato, rimanendo tutto il tempo in panchina. Il testosterone è una sostanza che non può essere assunta con un’esenzione terapeutica e di conseguenza il calciatore rischia una pena.
Cosa succede a Pogba: dalle controanalisi al rischio squalifica
Se la positività dovesse essere confermata, Pogba verrà giudicato dal tribunale nazionale antidoping a meno che non si opti per un patteggiamento. Un fulmine a ciel sereno in questo inizio di campionato già caratterizzato da infortuni e possibili addio al calcio.
Destino amaro e crudele per il centrocampista francese che aveva rilasciato un intervista ad Al Jazeera che Tutto Sport ha riportato in cui si evince tanta voglia di riscatto dopo una stagione caratterizzata da infortuni e critiche. Pogba infatti afferma: “Voglio fargli rimangiare le loro parole e dimostrare che non sono debole. Possono parlare male di me, ma io non mi arrenderò mai”.
Intanto il francese afferma che non si arrenderà mai, ma il primo passaggio obbligatorio è la sospensione. Pogba in via cautelare sarà sospeso e avrà tre giorni di tempo per richiedere le controanalisi. La squalifica, in casi di doping, arriva fino a due anni, che potrebbero diventare quattro in caso di accertata intenzionalità.
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