Esclusiva – Aiko Rolando: “Medaglia importante dopo l’infortunio. Sogno l’oro olimpico”

Tiro con l’arco, Stadiosport intervista in esclusiva Aiko Rolando, vincitrice di un oro (individuale) e un argento (mixed team) nel ricurvo Under 21 agli ultimi Mondiali campagna di Yankton (USA): “Una vittoria importante dopo l’infortunio, ora sogno l’oro olimpico. Sacrifici? La vita da atleta ne richiede tanti, ma ti regala soddisfazioni ed esperienze altrimenti non raggiungibili”.

A soli 20 anni ha messo in bacheca successi importanti, dimostrando il carattere necessario non solo per diventare una campionessa, ma anche per affrontare e lasciarsi alle spalle le sfide difficili che la sua ancor giovane carriera le ha posto davanti. Aiko Rolando, fresca vincitrice di due medaglie (un oro individuale e un argento nel mixed team, in coppia con Matteo Borsani) ai Mondiali di tiro con l’arco campagna che si sono svolti la scorsa settimana ad Yankton (USA), si è raccontata in esclusiva sulle pagine di Stadiosport.

Si era infortunata poco più di un anno fa Aiko, al termine degli Europei campagna di Porec (Croazia), in cui si era classificata settima. Un infortunio alla spalla che l’aveva costretta a un intervento chirurgico, nonché a un lungo periodo lontana dall’attività agonistica.

Tornata a gareggiare nel mese di aprile, pochi giorni fa ha avuto la possibilità di riscattarsi appieno, conquistando l’oro in una finale all’ultima freccia con l’amica, e compagna di squadra, Roberta Di Francesco. Un successo che ha permesso alla giovane atleta della Polizia di Stato (GS Fiamme Oro) di confermare il titolo conquistato quattro anni fa, nei Mondiali casalinghi di Cortina d’Ampezzo e concludere al meglio la propria carriera juniores.

Ora è giunto il momento di proiettarsi verso nuovi traguardi ambiziosi, come la sua determinazione e attitudine al sacrificio le hanno insegnato a fare.

Fra questi, la laurea in psicologia, area di studi che ben si concilia agli interessi di chi, come lei, approccia uno sport in cui l’aspetto mentale diventa preponderante. E, perché no, l’oro olimpico, il bersaglio più ambito dalla quasi totalità degli sportivi. Un obiettivo lontano, che un’atleta precoce come Aiko ha però tutte le potenzialità per centrare.

Aiko Rolando festeggia l’oro ai Mondiali di Yankton. Girata di spalle, Roberta Di Francesco, argento. Fonte: account Instagram dell’intervistata

Innanzitutto, Aiko, complimenti per le due medaglie conquistate in questi Mondiali. Hai già accumulato diversa esperienza e medaglie a livello internazionale, non a caso ti presentavi a questa manifestazione forte del titolo conquistato nel 2018 a Cortina: cosa porti con te, nel tuo bagaglio, dopo questi ulteriori successi?

Vincere questa medaglia avrà sicuramente un impatto nella mia carriera sportiva. A livello personale è una medaglia importante, la prima dopo l’infortunio, e soprattutto mi consente di chiudere in bellezza la mia carriera da junior”.

La medaglia individuale giunge al termine di una finale all’ultima freccia con Roberta Di Francesco, tua amica fuori dalla sfera agonistica, tanto che vi abbiamo viste postare delle storie insieme anche alla vigilia di questa finale: puoi approfondire il rapporto che intercorre tra te e Roberta? Cosa hai provato nel trovartela di fronte in un appuntamento così importante? Il fatto di conoscervi bene a vicenda, ha influito in qualche modo sulla gara?

“Io e Roberta siamo amiche e compagne di squadra da un paio d’anni. Ci alleniamo insieme e sapevamo di poter essere entrambe competitive in questa gara. Siamo partite con la speranza di incontrarci in finale ed è successo e ne siamo ovviamente felici. Penso che entrambe sapessimo che lo scontro sarebbe stato equilibrato, siamo state brave entrambe e questo è l’importante”.

In alcuni frangenti della finale ti abbiamo vista abbastanza tesa prima di scoccare la freccia: puoi spiegarci meglio come hai vissuto quei momenti? Hai mai pensato che l’oro potesse scivolarti dalle mani?

 “La tensione è normale in finali di tale portata. E se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che nulla è detto fino a che non sono state tirate tutte le frecce. Non ho pensato di avere l’oro in mano finché non è stato davvero così”.

La seconda medaglia, invece, è arrivata contro la Francia, in coppia con Matteo Borsani: sussistono differenze particolari nella gestione di una gara a squadre rispetto a una individuale? Come riuscite a raggiunge la giusta alchimia col tuo compagno di squadra?

Il tiro con l’arco, un po’ come il tennis, è uno sport incredibilmente individuale, sei sempre da solo in linea di tiro a tirare ogni freccia. Personalmente le gare a squadre a me piacciono molto, in quel momento il tuo gesto è un pezzettino per la riuscita di un progetto comune e ciò mi tranquillizza“.

Nel Tiro con l’arco campagna i bersagli vengono posti a distanze variabili, in parte conosciute, in parte non: puoi raccontare meglio, anche a beneficio dei nostri lettori, le specifiche difficoltà cui va incontro un arciere nell’affrontare questa specifica prova?

“Nelle gare internazionali di questa specialità il primo giorno si tira interamente a distanze sconosciute in un range tra i 10 e i 55 metri, dal secondo giorno invece le distanze diventano “scritte” e il range va da 10 a 60 metri. Oltre alla variabilità delle distanze, la difficoltà spesso si trova nelle pendenze in cui possono essere posizionati i bersagli, rendendo i tiri molto più difficili. Inoltre non è facile mantenere un tiro costante a distanze diverse (molto lunghe o molto corte) e con angoli di mira così variabili, questo rende il campagna una bella sfida e, a parere mio, anche un gran bel allenamento per le gare di specialità olimpica”.

Gareggi per le Fiamme Oro, il gruppo sportivo della Polizia di Stato, che vanta diversi campioni di questa disciplina, tra cui Lucilla Boari, Chiara Rebagliati e Tatiana Andreolli, tutte olimpioniche. Raccontaci com’è lavorare al fianco di alcuni dei nomi più importanti dell’arco azzurro: cerchi di carpire alcuni segreti da loro?

Attualmente ho l’onore di gareggiare per il gruppo sportivo della Polizia di Stato, in cui sono entrata nel 2019. Ovviamente diventare professionista era uno dei miei massimi obiettivi, adesso da questo gruppo ricevo un grande supporto per poter affrontare nel migliore il mio percorso nello sport.
Mi hanno supportata, insieme alla federazione, durante il recupero dal mio infortunio ed è un grande onore rappresentare il corpo della Polizia di Stato in Italia e nel mondo. Le fiamme Oro tiro con l’arco attualmente vantano una schiera di atlete eccezionali che sono sempre fonte di ispirazione. Lucilla Boari, medaglia di bronzo a Tokyo, ma anche Chiara Rebagliati e Tatiana Andreoli, che hanno condiviso con lei l’esperienza olimpica, sono tre atlete che stimo davvero molto e con le quali ho la fortuna di allenarmi presso il centro federale di Cantalupa.

A proposito di formazione, facciamo un passo indietro e raccontiamo come nasce la passione di Aiko Rolando per il tiro con l’arco? Quanti sacrifici è costato perseguire gli obiettivi che hai raggiunto?

Mi sono appassionata al tiro con l’arco perché mio fratello maggiore lo praticava. Ho iniziato nel 2010, nel 2014 sono arrivati i miei primi podi a livello nazionale nelle categorie giovanili e lì ho capito che non avrei più smesso. Ho iniziato a militare in pianta stabile nella nazionale giovanile nel 2017, vinto i primi mondiali nel 2018 e sono entrata nel gruppo sportivo della polizia nel 2019.
Ovviamente ho dovuto fare dei sacrifici per portare avanti la carriera sportiva e quella scolastica, mi sono trasferita in pianta stabile nel centro federale della nazionale che ero molto giovane ma ho sempre vissuto tutto come un onore, non come un peso. Fare la vita da atleta comporta fare alcune rinunce in cambio di soddisfazioni ed esperienze altrimenti irraggiungibili ma non mi pesa, sono felice di quello che faccio e rifarei la stessa scelta”.

Tra i tuoi idoli hai citato Natalia Valeeva, attuale CT della Nazionale, e due volte medaglia di bronzo alle Olimpiadi: in cosa ti ispiri a lei? Ci sono altri atleti/e, anche di altre discipline, che fungono da riferimento?

Natalia è l’atleta femminile più titolata che ci sia nel mondo dell’arceria, averla come punto di riferimento è la cosa più naturale che si possa fare. Avere l’onore di imparare da lei è ovviamente una cosa bella. Per il resto, tutti gli atleti hanno aspetti in comunque, capiscono la sofferenza della sconfitta e la bellezza della vittoria. Ogni storia di sport può essere un’ispirazione ma non c’è nessuno in particolare a cui faccio riferimento”.

Chi è Aiko nella vita di tutti i giorni? Quali aspetti della tua personalità cerchi di trasferire sul campo di tiro? Studi psicologia: pensi possa essere utile anche nel prosieguo della tua carriera?

Mi sono appassionata alla psicologia proprio per via dello sport: praticando uno sport di precisione è facile notare quanto la differenza venga realmente fatta dall’approccio e dalla gestione mentale dello stress e della gara. In questo modo io voglio arrivare fino in fondo per capire i processi e i motivi per qui la mente può tradirsi e condursi al fallimento. Per il resto, mi piace la montagna, in generale ogni tipo di sport e sono vegana”.

Ultima domanda: quale prossimo obiettivo ti poni? C’è un sogno nel cassetto che vorresti realizzare?

“Ovviamente il sogno nel cassetto è la medaglia d’oro a cinque cerchi. L’infortunio ha modificato le tabelle di marcia che mi ero prefissata per raggiungerlo facendomi perdere un paio d’anni, ma per fortuna il nostro è uno sport molto longevo”.

Gennaro Iannelli © Stadio Sport

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