Nel tardo pomeriggio un temporale metaforico si è abbattuto sul Palermo, che dall’entusiamo delle ultime settimane per il ritorno ad alti livelli dopo l’incubo del fallimento, con tanto di passaggio ad una proprietà estremamente danarosa, è passato ad interrogarsi nuovamente sul futuro.
E’, stavolta, un caos tecnico e non societario, ma non meno grave: profonde divergenze di mercato con la nuova proprietà, la holding “City Football Club” gestita dal ds del Manchester City Mansur bin Zayd Al Nahyan, per gli amici Mansur o qualcosa del genere, hanno portato agli addii del tecnico Silvio Baldini e del ds Renzo Castagnini.
Desiderata del tecnico disattesi e ds praticamente esautorato: questi i motivi della scelta drastica di dei due toscani, che vanno via a due settimane dall’inizio del torneo. Non è un mistero che la società voglia uniformare anche il Palermo a tutta la galassia di club in mano sua, che, ricordiamo, fa capo al Manchester City.
Ogni cosa deve imitare perfettamente i metodi della casa madre e chi lavora per i vari club, venti in tutto, deve rispettare pedissequamente le indicazioni e, dunque, essere aderenti a metodi di allenamento, scelte di mercato e tutto ciò che riguarda la gestione tecnica delle rose.
Questo significa che le figure che sostituiranno Castagnini e Baldini dovranno gravitare nell’orbita del Manchester City, o comunque adattarsi alle modalità di cui sopra; essere, nei limiti del possibile, degli yes men.
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