Il tecnico giallorosso ha parlato in conferenza stampa e ai media dopo la vittoria della Conference League.
Anche i grandi piangono e non importa quante coppe tu abbia vinto o quante sfide hai affrontato, arriverà sempre quel momento in cui questo sport ti farà emozionare come la prima volta.
E’ capitato a Josè Mourinho, allenatore della Roma, che al fischio finale dopo la vittoria della Conference League si è abbandonato ad un pianto liberatorio, conscio di chi sa di aver fatto la storia di una città.
La Roma vince, con Mourinho, una Coppa internazionale dopo 50 anni, lo Special One vince il suo quinto trofeo UEFA divenendo l’unico allenatore ad aver vinto i tre trofei istituiti dall’ente più importante per il calcio europeo.
La conferenza stampa, dopo la vittoria della Conference League contro il Feyenoord, dura relativamente poco a causa dell’invasione dei suoi calciatori che hanno ben deciso di continuare la festa in sala stampa, coinvolgendo anche Mourinho e chiudendo, di fatto, le dichiarazioni del mister.
Le indicazioni trapelate riguardano l’orgoglio di un uomo che ha creduto nelle potenzialità di questa squadra portandola al trionfo.
In campionato, dice Mou, la squadra non era all’altezza di una top 4 e l’Europa League è un obiettivo apprezzato nonostante qualche punto perso per strada. La squadra si è sempre comportata bene e il lavoro più importante fatto quest’anno riguarda l’aspetto psicologico della squadra.
Oggi, il punto fondamentale è stata la difesa che viene elogiata dal mister che non vuole ridurre il tutto alle sole, importanti, parate di Rui Patricio dichiarando che la squadra ha fatto un buon calcio.
Se contro il Torino, la partita era da vincere per dovere verso i propri obiettivi, il match contro il Feyenoord era per la storia e quella la fanno solo i vincitori.
Ecco perché, Mourinho, ribadisce più volte il concetto di “aver fatto la storia” ricordando di aver alzato un trofeo europeo con la Roma, cosa che non accadeva da 50 anni per i giallorossi.
Aveva già speso parole importanti durante le interviste post-partita, Mourinho ribadendo che nonostante possano arrivare varie voci di mercato, lui resterà al 100% alla Roma e continuerà il progetto perché si sente romano e romanista.
Lo Special One precisa che, come con ogni squadra che ha allenato, è arrivato ad un punto tale in cui il rapporto con la squadra è empatico ed è per questo che si definisce romanista, così come era interista, madrileno e altro.
Il pianto di Mourinho, è stato anche di orgoglio di un uomo che ha ribadito di aver vinto 5 volte in Europa, ma non solo con club blasonati, ma anche con squadre come Porto, Inter e Roma, facendo la storia di questi club.
Ecco, proprio la storia, quella che Mourinho ha riscritto nuovamente nella serata di Tirana in cui, dopo un lunghissimo viaggio iniziato quest’estate, lui e la sua Roma si sono laureati campioni della prima edizione della UEFA Conference League.
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