E’ sicuramente un appuntamento con la storia del calcio.
Soprattutto, naturalmente, del calcio europeo.
La prima finale della tanto sospirata nuova competizione voluta dalla UEFA.
Ed è sicuramente motivo d’orgoglio per l’Italia del calcio il fatto di avere in questa finale una delle due contendenti.
Nell’inedito scenario dell’ “Arena Kombetare” della capitale albanese Tirana, la Roma di José Mourinho affronta il Feyenoord di Arne Slot per l’atto finale della UEFA Europa Conference League.
Sorto proprio a partire da questa stagione 2021/2022 che ormai volge al termine, questo neonato torneo è divenuta di fatto la terza competizione UEFA.
Un torneo che, quindi, richiama alla memoria vecchie, romantiche atmosfere della ormai defunta Coppa delle Coppe.
La prima edizione di questo torneo può quindi già finire in Italia, curiosamente, proprio come era capitato alla Coppa delle Coppe, la cui prima edizione, nel 1961, fu vinta dalla Fiorentina, che sconfisse nella doppia sfida finale il Rangers, curiosamente proprio fresco perdente della Finale di Europa League contro l’Eintracht Frankfurt ai rigori.
Un moto d’orgoglio quindi tanto per l’Italia del calcio quanto per José Mourinho, che per la terza volta nella sua storia raggiunge una Finale di una competizione UEFA già alla prima stagione alla guida di un club.
Con il Porto nel 2003 e il Manchester United nel 2017 gli andò bene – rispettivamente Coppa UEFA e UEFA Europa League, essenzialmente quindi lo stesso trofeo ma con nomi differenti.
E ricordiamoci ovviamente anche il suo exploit con un’altra italiana, l’Inter, condotta al Triplete nel 2010, con la Champions League vinta in finale contro il Bayern Munchen.
Questa volta come finirà ?
Gli olandesi del Feyenoord sono avversario scomodo, autore di un percorso netto in questa competizione – mai sconfitti – e sicuramente desiderosi di prendersi un trofeo internazionale che manca da un ventennio.
In più hanno concluso la Eredivisie al 3° posto con annessa qualificazione ai preliminari di Europa League
Si consideri che, dal canto suo, la Roma non ha mai vinto competizioni UEFA, ne, in generale, competizioni internazionali ufficiali.
Giallorossi reduci dalla vittoria 0-3 in casa del Torino all’ultima di campionato, con doppietta della punta di diamante Tammy Abraham, già punto di riferimento insostituibile nell’attacco capitolino – bomber stagionale giallorosso con 27 gol.
Successo che ha garantito alla banda di Mourinho a sua volta l’accesso alla prossima Europa League.
Mourinho che potrebbe diventare il primo allenatore ad aver vinto Champions League, Europa League – vinta anche come Coppa UEFA – e giustappunto Conference.
Stessa sorte che potrebbe toccare al Feyenoord ma come squadra.
Pronostico e migliori quote Feyenoord – Roma.
Come sostanzialmente ogni finale, il pronostico è decisamente complicato.
I giallorossi possono essere considerati favoriti, dato il tasso tecnico superiore.
D’altro canto abbiam un Feyenoord molto propositivo in attacco e molto prudente in difesa, tanto è vero che ha superato tutte le fasi del torneo segnando un buon numero di reti e non ha ancora mai perso in questa competizione.
Concordano i bookmakers: trionfo romanista dato a 2.4 con “Sisal.it”, mentre a 3.1 il successo degli olandesi con “William Hill”.
Una caratteristica della Roma nelle ultime uscite stagionali è la sua accortezza, il suo sapersi accorciare e chiudere per poi ripartire in maniera fulminante.
Idea tattica che potrebbe essere produttiva contro una formazione iper-offensiva come il Feyenoord, tipica squadra olandese votata all’attacco.
Potrebbe comunque scapparci il golletto degli olandesi.
Il GG a 1.68, ma sempre rimanendo in tema di vincere in modo accorto, la vittoria con un solo gol di scarto per i giallorossi è dato a 4.10, quote “StanleyBet“.
Probabili formazioni Feyenoord – Roma.
ROMA (3-4-2-1): 1 Rui Patricio, 23 Mancini, 6 Smalling, 3 Ibanez; 2 Karsdorp, 4 Cristante, 27 Oliveira, 59 Zalewski; 22 Zaniolo, 7 Pellegrini; 9 Abraham.
A disp: 87 Fuzato, 24 Kumbulla, 15 Maitland-Niles, 42 Diawara, 77 Mkhitaryan 64 Felix, 37 Spinazzola, 92 El Shaarawy, 52 Bove, 5 Viña, 31 Pérez, 14 Shomurodov, 17 Veretout.
All.: Josè Mourinho
BALLOTTAGGI: –
IN DUBBIO: Mkhitaryan
DIFFIDATI: –
SQUALIFICATI: –
INDISPONIBILI:
FEYENOORD (4-2-3-1): 21 Marciano, 3 Geertruida, 18 Trauner, 4 Senesi, 5 Malacia; 10 Kökçü, 17 Aursnes; 14 Nelson, 26 Til, 7 Sinisterra; 33 Dessers.
A disp.: 16 Cojocaro, 9 Jahanbakhsh A, 11 Linssen B., 32 Hall D., 6 Hendrix J., 2 Pedersen M., 23 Wålemark P., 13 Sandler P., 25 Hendriks R., 30 Jansen T.
All.: Arne Slot
Precedenti e statistiche Feyenoord – Roma.
Come anticipato, il Feyenoord non trionfa a livello internazionale da 20 anni esatti.
Precisamente proprio dal 2002, allorquando vinsero la Coppa UEFA, sconfiggendo 3-2 il Borussia Dortmund nell’atto finale che ebbero la fortuna di giocare nel loro “De Kuip Stadion”, noto anche appunto come “Feijenoord Stadion”.
Allora, era l’8 Maggio 2002, la formazione olandese guidata da Lambertus “Bert” van Marwijk, guru del calcio olandese che 2 anni dopo avrebbe seduto proprio sulla panchina del Borussia, vinse grazie alla doppietta dell’allora bomber Pierre van Hooijdonk, e al gol del futuro milanista Jon Dahl Tomasson.
Tedeschi allora allenati dall’ex interista Mathias Sammer, in gol con l’altra vecchia conoscenza del calcio italiano Marcio Amoroso – ex Udinese, Parma e Milan – e col gigante ceco Jan Koller.
2° trionfo in Coppa UEFA nella storia del club di Rotterdam, record olandese.
Feyenoord che ha una buona tradizione e retaggio internazionale: a suo tempo fu la prima squadra olandese a vincere la Coppa dei Campioni.
Nel 1970, vale a dire un anno prima dell’esplosione dell’Ajax del calcio totale, il Feyenoord vinceva la Coppa dalle grandi orecchie per la prima e ad oggi unica volta nella sua storia.
Nella Finale di San Siro, gli olandesi battevano 2-1 il Celtic dopo i tempi supplementari, con Israel e Kindvall che risposero al vantaggio scozzese di Gemmell.
Quel Feyenoord era allenato da Ernst Happel, il leggendario tecnico austriaco divenuto il primo nella storia a diventare Campione d’Europa su due panchine diverse – nel 1983 avrebbe rivinto il trofeo nella storia finale di Atene contro la Juve di Trapattoni.
Il palmares del club olandese si completa poi con il titolo mondiale della Coppa Intercontinentale vinta sempre nel 70, di 3 edizioni della vecchia Coppa Intertoto – 67, 68, 73 – e della vecchia, ormai estinta, “Benelux Cup”, detta anche la “Coppa dell’Amicizia”, vinta 2 edizioni di fila, 1958 e 1959.
Roma che dal canto suo invece, di fatto, il suo palmares internazionale deve ancora iniziare a comporlo.
Avendo vinto finora trofei di competizioni ormai estinte.
E ne vinse diversi, ma soli 2 ad un certo livello.
Nel 1961 la Coppa delle Fiere, vinta dai giallorossi allora guidati dall’argentino Luis Antonio Carniglia, sconfiggendo nella doppia finale il Birmingham.
All’andata in Inghilterra pari 2-2 in rimonta inglese dopo la doppietta dell’a sua volta argentino Pedro Waldemar Manfredini che aveva fatto sognare i giallorossi.
I quali non sogneranno, anzi, vivranno il sogno, nel return match dell’Olimpico, autogol di Farmer e gol di Paolo Pestrin a sancire il definitivo 2-0 e il 1° trionfo internazionale della storia della Roma.
Sul secondo e ad oggi ultimo trofeo internazionale vinto dalla Roma, un particolare fa ben sperare: l’allenatore era, anche allora, uno che era stato grandissimo anni prima alla guida dell’Inter !
Si tratta cioè di Helenio Herrera !
50 anni fa esatti, giustappunto nel 1972, i giallorossi sconfiggevano in finale, curiosamente, un’altra inglese, giacché il trofeo era la a sua volta estinta Coppa Anglo-Italiana.
Allo Stadio Olimpico di Roma, Cappellini, Scaratti e Zigoni fecero polpette del Blackpool, 3-1 il finale.
Si trattò però di 2 competizioni internazionali entrambe non ufficiali.
Con tutto ciò, per quanto sopra specificato, i giallorossi non hanno, finora, mai vinto un trofeo UEFA.
Pur essendoci andati molto vicini. Vivida è ancora, nella memoria, la storica Finale di Coppa Campioni del 1984, allorquando i giallorossi, allora guidati dal Barone Liedholm, divennero la prima squadra a perdere una finale della coppa dalle grandi orecchie a casa loro !
All’Olimpico i giallorossi tennero botta contro il Liverpool di Joe Fagan, fermandolo sull’1-1 perdurato fin oltre i supplementari, entrambe le reti nel primo tempo, ed entrambi con leggende a segno, Philip Neal da una parte, l’ormai ex miglior marcatore giallorosso Roberto Pruzzo per i giallorossi.
Perdenti poi 4-2 ai tiri di rigore, con l’errore decisivo di un allora capelluto Ciccio Graziani prima del rigore trasformato da Kennedy per la vittoria finale dei Reds.
Giallorossi sconfitti anche in quella che rimane, ad oggi, l’ultima finale internazionale della loro storia.
Nel 1991, nel derby italiano contro l’Inter di Trapattoni, i giallorossi allora guidati da Ottavio Bianchi persero 2-0 all’andata a San Siro, reti di Matthaus su rigore e Berti, per poi ottenere, al ritorno, un’inutile vittoria 1-0 con gol di Rizzitelli a 9 minuti dal 90′.
Roma che dal canto suo ha una statistica favorevole in generale contro le olandesi – in 10 sfide 4 vittorie, altrettanti pareggi e 2 sconfitte – in particolare contro il Feyenoord.
L’unico precedente fra le due squadre è la doppia sfida dei sedicesimi di Europa League 2014/2015.
La Roma di Garcià pareggiò 1-1 all’andata con reti di Gervinho e Kazim-Richards.
Al ritorno in Olanda vittoria giallorossa 1-2 in rimonta con Ljajic e Gervinho ancora a ribaltare il vantaggio olandese di Manu.
Giallorossi che, peraltro, hanno eliminato le ultime due olandesi incontrate in tutte le competizioni.
Lo scorso anno l’Ajax ai quarti di Europa League, quest’anno il Vitesse agli ottavi di Conference.
Seppur molto a fatica, con lo 0-1 dell’andata in Olanda con il 1° gol da romanista per Sergio Oliveira – poi pure espulso per doppia ammonizione.
Poi al ritorno un tiratissimo 1-1 all’Olimpico con gli olandesi che dopo il gran sinistro vincente al volo dalla distanza di Wittek coltivarono il sogno fino al recupero, allorquando Abraham, bomber stagionale giallorosso, chiuse i giochi.
Sconfitte contro le olandesi molto datate nel tempo per i giallorossi.
La prima addirittura nel 1969 e indolore, ritorno del secondo turno di Coppa Coppe, 1-0 in casa del PSV, che pareggiò i conti dopo la vittoria giallorossa dell’andata firmata da Fabio Capello, ma la sorte premiò la Roma vincente con il lancio della monetina – non era ancora epoca di tiri di rigore.
La seconda ed ultima quasi 20 anni fa, 10 Dicembre 2002, Capello stavolta era in panchina e la sua Roma perse 2-1 in casa dell’Ajax nella ormai defunta seconda fase a gironi della UEFA Champions League.
L’allora astro nascente Ibrahimovic e il mostro sacro Litmanen sancirono il successo dei lancieri, Batistuta segnò il gol della bandiera, 3 marcatori a caso, per così dire…
Feyenoord che dal canto suo ha un bilancio di perfetto equilibrio nei precedenti contro italiane: 14 precedenti, 5 vittorie a testa e 4 pari.
La sfida contro i giallorossi in Europa League nel 2015 sopra citata rimane la penultima per il club di Rotterdam contro una formazione italiana.
Feyenoord che 2 anni dopo, nel 2017, e sempre in Europa League, incontrò il Napoli nella fase a gruppi, sconfiggendolo nel return match, in casa, 6 Dicembre 2017, ad oggi ultima sfida in assoluto del Feyenoord contro un’italiana, con vittoria 2-1, Jorgensen e Juste rimontarono il gol di Zielinski che appena al 2′ aveva portato in vantaggio i partenopei allora allenati da Maurizio Sarri.
Un’altra tradizione a cui attaccarsi è quella relativa alle Finali fra squadre italiane e olandesi, e nello specifico sempre con l’Ajax.
Dove finora regna l’equilibrio, Lancieri che nel 1973 sconfissero la Juve e furono sconfitti dai bianconeri nel 1996, in entrambi i casi Coppa Campioni / Champions League, stessa sorte contro il Milan, che strapazzò un Ajax ancora in fase embrionale con un giovanissimo e acerbo Cruijff nel 1969 – 4-1, tripletta di Pierino Prati – e si prese la rivincita nel 1995 con un altro giovanissimo, Patrick Kluivert, ad oggi il più giovane marcatore di una finale di Champions, nonché futura scommessa persa proprio del Milan.
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