Guardia di finanza presente ieri negli uffici della Continassa. L’inchiesta coordinata dai PM Mario Bendoni, Ciro Santoriello e dal PM aggiunto Marco Ganoglio, si riferisce ad alcune operazioni finanziarie effettuate nel triennio 2018-21.
Un caso plusvalenze fittizie rischia di travolgere la Juventus. La società piemontese è finita nel mirino della procura di Torino per una serie di operazioni finanziarie effettuate nel triennio 2018-21, che hanno generato 282 milioni di plusvalenze “Connotate da valori fraudolentemente maggiorati”, si legge nel rapporto della magistratura.
Falso in bilancio: questo il reato contestato alla Juventus nell’ambito dell’inchiesta denominata “Prisma” coordinata dai PM Mario Bendoni, Ciro Santorello e dal PM aggiunto Marco Ganoglio. Indagate sei personalità di spicco nell’organigramma della società bianconera, tra cui Andrea Agnelli e Pavel Nedved, attuali presidente e vicepresidente della squadra bianconera, e Fabio Paratici, ex Direttore sportivo che oggi ricopre corrispondente ruolo manageriale nel Tottenham.
La procura di Torino, riporta ANSA, sta ricostruendo lo scenario di quanto avvenuto nell’ultimo triennio. La società Juventus avrebbe falsificato i bilanci con “Ricavi meramente contabili e di natura fittizia”. Le operazioni finanziarie, cordinate dall’ex DS Paratici, ma di cui i vertici della società, Agnelli in primis, erano consapevoli, erano finalizzate a gonfiare il valore della rendicontazione e mascherare le perdite d’esercizio: 39 milioni anziché 171 nel 2019; 89 milioni anziché 209 nel 2020; 209 milioni anziché 240 nel 2021 (fonte ANSA).
Ciò significa che la Juventus, negli ultimi tre esercizi, avrebbe gonfiato i ricavi per 283 milioni complessivi. L’inchiesta della procura di Torino, qualora verrà portata avanti, dovrà poi essere acquisita dalla giustizia sportiva per determinare l’entità delle sanzioni cui andrà incontro la società piemontese in questo ambito.
Se per la giustizia ordinaria gli articoli di riferimento, che puniscono il reato di falso in bilancio, sono il 2621 e 2622 del codice di procedura civile, nonché il decreto legislativo 74/2000, recante una “Nuova disciplina in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto”, l’articolo di riferimento per la giustizia sportiva è il 31 del codice di giustizia omonimo.
In tal caso saranno i giudici a dover stabilire la gravità della condotta della Juventus “Finalizzata ad eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica”.
Il precedente più recente, nella storia della giustizia sportiva italiana, riguarda il Chievo Verona che fu penalizzato per tre punti a seguito di una compravendita di calciatori, i cui valori economici vennero artificialmente gonfiati, con il Cesena Calcio, all’epoca fallito.
Una previsione più accurata può essere fatta sulle sanzioni in cui incorreranno la Juventus e i suoi dirigenti nel caso venissero acclarate irregolarità circa i rapporti economici intrapresi con Cristiano Ronaldo. Rapporti che la procura di Torino ha incluso nella sua inchiesta e sui quali sta indagando, avendo dato mandato ai militari della Guardia di finanza di acquisire tutta la documentazione necessaria.
In tal caso, l’articolo 31 del Codice di Giustizia sportiva prevede che “La società appartenente alla Lega Nazionale Professionisti Serie A, alla Lega Nazionale Professionisti Serie B o alla Lega Italiana Calcio Professionistico che,
mediante falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi, si avvale delle
prestazioni di sportivi professionisti con cui non avrebbe potuto stipulare contratti … è punita con la penalizzazione di uno o più punti in classifica”.
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