Il “moschettiere” della Deceuninck bissa il successo ottenuto ad Imola lo scorso anno. L’Italia chiude fuori dal podio, ma è comunque regina del medagliere con tre ori e un bronzo.
La stoccata del “moschettiere”: Julian Alaphilippe è campione del mondo in linea per la seconda volta consecutiva.
Ai Mondiali di ciclismo, che si sono conclusi oggi nelle Fiandre, il corridore transalpino ha dato una grande dimostrazione di forza, al termine di un percorso massacrante lungo ben 268 chilometri.
Le Fiandre, terra dei famosi “muri”, strappi brevi ma intensi che lasciano parecchie scorie nelle gambe.
I corridori ne hanno dovuti affrontare ben 42, per un dislivello totale che ha toccato quasi quota 3000 metri. Una prova che mette i brividi soltanto a parlarne.
Non a Julian Alaphilippe, che nel corso di una gara durata quasi sei ore, ha trovato lo slancio per dare quattro scossoni alla gara. L’ultimo, giunto a 18 chilometri dalla fine sullo strappo di Sint-Antoniusberg, è stato quello decisivo.
Accumulati una trentina di secondi di margine sul gruppo inseguitore, il campione iridato in carica si è aperto la strada per andare a vincere in solitaria e vivere un remake di quanto successo un anno fa sulle strade italiane.
Dietro, sulla scia tracciata dal fulmine “bleu”, sono rimaste solo le briciole. A raccoglierle sono stati Dylan Van Baarle (Olanda) e Michael Valgren (Danimarca), che si sono aggiudicati l’argento e il bronzo.
E l’Italia? La Nazionale di Cassani, al passo d’addio nelle vesti di commissario tecnico, non riesce a ripetere il miracolo fatto da Colbrelli solo una settimana fa, agli Europei, sulle strade di Trento.
Alla formazione azzurra, orfana di Ballerini e Trentin, entrambi coinvolti in un incidente col danese Pedersen, non è bastata una grande rimonta nella fase intermedia della corsa quando, con una splendida azione di gruppo, è riuscita a riportarsi sul lotto delle favorite che l’avevano inizialmente esclusa dalle posizioni di testa.
La squadra di Cassani si è ritrovata con un plotone di tre corridori (Bagioli, Colbrelli e Nizzolo) a fronteggiare Francia e Paesi Bassi, in perfetta parità numerica.
Il nostro Colbrelli è stato l’unico in grado di rispondere efficacemente ai primi attacchi di Alaphilippe, ma poi gli azzurri hanno pagato la scelta dello stesso Sonny di voler rimanere a ruota dei migliori senza dosare bene le forze.
Ne è conseguito che nessuno dei nostri sia riuscito a partecipare alla volata per il podio, e che ci si sia dovuti accontentare del decimo posto del corridore della Bahrain come miglior risultato di giornata.
Resta l’immensa soddisfazione di aver chiuso in testa nel medagliere, bissando così il successo ottenuto agli Europei. Sono ben quattro i metalli che luccicano sulle divise della spedizione azzurra.
Fra questi gli ori conquistati da Ganna (cronometro maschile) e Balsamo (in linea femminile) nella categoria èlite, quello vinto da Baroncini tra gli Under 23 (corsa in linea maschile) e il bronzo conquistato nella mixed relay, alle spalle di Germania e Paesi Bassi.
Chi piange è il Belgio, che chiude la rassegna casalinga appena in nona posizione, con quattro medaglie ma senza ori all’attivo.
Oggi il migliore tra i fiamminghi è stato Jasper Stuyven, già padrone della Milano-Sanremo, che ha chiuso ai piedi del podio. Delusione per capitan Van Aert, che termina fuori dalla top 10.
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