Olimpiadi Tokyo 2021, Dani Alves nella storia: oro a 38 anni

Olimpiadi Tokyo 2021, Dani Alves nella storia: oro a 38 anni

Dani Alves all’ennesima consacrazione della sua immensa carriera sportiva: l’oro olimpico conquistato a Tokyo è il quarantacinquesimo titolo del terzino verdeoro. Lui il più vincente della storia negli sport di squadra.

Le Olimpiadi sono depositarie di grandi pagine di storia sportiva. Ma se c’è una disciplina che vive con una certa “insofferenza” la rassegna a cinque cerchi, questa è il calcio: per tre settimane, lo sport più popolare al mondo è costretto a convivere con discipline che godono certamente di minor seguito, ma che proprio nella manifestazione sportiva per eccellenza, ogni quattro anni, hanno l’occasione di riprendersi la propria rivincita.

Un rapporto conflittuale quello tra calcio ed Olimpiadi, che solo un campione con la C maiuscola, uno dei tanti che la rassegna a cinque cerchi ha consegnato alla storia, poteva provvedere a risanare. Parliamo del classico esempio di atleta la cui enorme mole di vittorie si coniuga a una longevità sportiva senza eguali: Dani Alves. Per alcuni addetti ai lavori, il miglior terzino della storia del calcio. Da oggi, sicuramente, il medagliato più anziano di questa disciplina.

Dani Alves, capitano del Brasile campione olimpico: ph credits Phil Noble (Reuters)

Cosa si può volere di più, a 38 anni, da una carriera che in meno di un ventennio ti ha permesso di vincere di tutto, e più volte? Cosa, se non la consacrazione definitiva? Quella che può arrivare solo da un’Olimpiade, lì dove lo sport si incontra ogni quattro anni per celebrarsi in tutta la propria interezza.

A 38 anni, con un palmares da fare invidia a chiunque, Dani Alves ha avuto l’umiltà di accettare la convocazione del CT Andrè Jardine, si è caricato addosso il peso di un’intera Nazionale, chiamata a difendere l’oro conquistato a Rio, e l’ha condotta sino all’Olimpo cavalcando sulla fascia con la stessa imperiosità di un Pegaso alato. Battuta la Spagna 2-1. si è messo al collo l’oro olimpico, la settima nella storia della Nazionale maschile carioca.

Ora, dai margini di un calcio che sembra averlo dimenticato, Dani Alves può tornare prepotentemente in auge, forte della consapevolezza di aver compiuto un’autentica impresa. Il prossimo anno, quando la sua carta di identità reciterà 39 (e mezzo), Dani potrebbe ritrovarsi ancora su quella fascia destra, ad interpretare uno dei ruoli più dispendiosi del calcio moderno. L’occasione di una vita sono i Mondiali che si disputeranno in Qatar.

I Mondiali: l’unica gemma che manca alla preziosa collezione di Daniel. Un diadema che ai pentacampioni brasiliani manca da ormai da un ventennio. Vincerlo da capitano sarebbe l’occasione migliore per imporsi definitivamente, nell’immaginario collettivo, come il miglior terzino della storia. E per coronare una carriera che non conosce eguali.

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