Con la variante delta ed i casi di positività che tornano a salire, in vista della prossima stagione agonistica, la FIGC prova a correre ai ripari o, almeno, mettersi al sicuro per evitare gravosi problemi gestionali in futuro.
L’obiettivo è quello di vaccinare tutti i calciatori di Serie A e B, i due campionati professionistici in Italia, entro settembre con prima e seconda dose. Da tempo la FIGC dialoga con le varie ASL e con le regioni per verificare la disponibilità di dosi e la possibilità di vaccinare i giocatori, con la speranza di arginare il virus e tenerlo sotto controllo una volta scesi sui campi da calcio.
Ad oggi, purtroppo, l’obiettivo tanto agognato non è stato ancora raggiunto e si procede con notevole ritardo e lentezza. Solo quattro club in Italia hanno terminato l’iter vaccinale dei propri calciatori: si tratta di Empoli, Bologna, Milan e Fiorentina, senza contare i diversi giocatori, comunque, che per EURO 2020 e competizioni similari hanno già completato il loro ciclo vaccinale in autonomia.
Anche se ancora insufficiente, si vorrebbero iniziare i campionati (quello di Serie A inizierà a fine agosto) almeno con una dose effettuata, rispettando tutte le scadenze previste per le diverse competizioni e completando il tutto entro e non oltre settembre.
Molte squadre si sono mosse autonomamente, altre preferiscono aspettare l’autorizzazione dell’ente territoriale di turno ma avere tutti i giocatori vaccinati (molti viaggeranno per giocare poi con le proprie nazionali) sarebbe una forte garanzia per quanto riguarda la normale regolarità dei campionati, non solo nel nostro Paese.
Nonostante un cauto ottimismo, il binomio Covid-Calcio esiste ancora ed è ancora destinato ad incidere, magari più lievemente rispetto al passato, su tutto il mondo del pallone.
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