Il club madrileno si divorzierà quasi sicuramente da Zinedine Zidane. In tre per la panchina: Allegri, Low o Raul?
Neanche il tempo di salutarsi, che il cast per il nuovo allenatore è già cominciato. A recitare la parte del produttore è il Real Madrid, che sta decidendo a chi affidare il ruolo di regista per condurre al meglio la prossima stagione. Non parliamo, ovviamente, di una serie televisiva, ma di una squadra di calcio da ben 95 trofei in bacheca, la cui abitudine alla vittoria diventa di anno in anno sempre più vorace.
Così, sul punto di salutare Zinedine Zidane dopo un secondo ciclo di vittorie che potrebbe portare in dote due Scudetti, c’è bisogno di trovare un sostituto che sia in grado, magari, di riportare il Real anche sul tetto d’Europa. Perché Florentino Perez non si accontenta e, dopo aver visto naufragare il progetto Superlega, vuole dare uno schiaffo morale a tutti continuando a dominare la scena internazionale.
Ma scegliere il giusto condottiero per una squadra vincente è compito facile solo in apparenza (Juventus 2021 docet), e quindi il numero uno dei “Blancos” sta vagliando attentamente i profili disponibili:
Massimiliano Allegri
È il nome che intriga di più: non solo perché italiano, ma anche perché è fermo da ormai due anni e ci piacerebbe capire come si sia evoluta la sua idea di calcio in questo periodo di inattività. Degli altri candidati che vi sottoporremo è quello con meno esperienza internazionale, nel senso che all’estero non c’è mai stato. Ma è anche quello che vanta il palmares più invidiabile, almeno a livello di club, e che ha dimostrato ottime capacità di gestione a fronte di uno spogliatoio formato da forti personalità.
Allegri si è applicato in questi due anni: ha studiato l’inglese e affermato di voler imparare lo spagnolo. Che questa sia l’occasione buona per unire l’utile al dilettevole? Al piacere di tornare in panchina, percepire l’odore del campo e il clima degli allenamenti giorno dopo giorno, si unisce la possibilità di imparare una nuova lingua. Perez lo accoglierebbe a braccia aperte (lo avrebbe fatto già qualche anno fa). A lui non resta che decidere se valutare le offerte che arriveranno o prendersi un (altro) anno sabbatico.
Joachim Low
La vera incognita è lui. Nel senso che non allena un club da quasi 20 anni e, paradossalmente, può aver dimenticato come si fa. A prescindere dalle supposizioni, i fatti dicono che Low è uno dei tecnici più vincenti dell’ultimo decennio. Oltre a un Mondiale, nel 2014, ha raggiunto due volte la semifinale e una volta la finale degli Europei. Il Real Madrid può rappresentare un’autentica sfida per lui.
Raul
Lui rappresenta una soluzione “alla Pirlo”: allenatore del Real Madrid Castilla, squadra della Serie C spagnola, ha legato il suo nome a quello del Real, del quale è stato giocatore per 18 anni, tra giovanili e prima squadra, e capitano per sette. Sceglierlo sarebbe un grande atto di coraggio da parte di Perez. Ma l’audacia, abbiamo visto, non sempre paga.
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