Il corridore belga della Trek parte a due chilometri dalla fine, e resiste al ritorno degli avversari fino all’arrivo di Via Roma battendo corridori ben più quotati come Ewan e Van Aert. È la prima grande vittoria in carriera, giunta ormai alla soglia dei 28 anni.
“Una vita da passista, da chi assalta un solo giorno, ed aspetta il proprio turno a vedere vincer gli altri… per poi sbucare all’improvviso, dopo aver disceso il Poggio”. Avrebbe potuto dedicargli questi versi, Luciano Ligabue, se oggi si fosse fatto ispirare dall’impresa di Jasper Stuyven, ciclista ventottenne della Trek Segafredo, che ha conquistato oggi alla Milano-Sanremo la prima grande vittoria in carriera.
Accantonati i maldestri tentativi da paroliere, non ci resta che raccontare la strabiliante vittoria del corridore fiammingo, che alla vigilia non figurava di certo nel novero dei favoriti. Lui, corridore da classiche, qualche buon piazzamento nelle classiche lo ha ottenuto (quinto e quarto posto alla Parigi-Roubaix). Di certo, non può essere definito un vincente.
Eppure, quest’oggi ha fatto lavorare gli altri, assistendo prima all’attacco di Van Aert sulla salita della Cipressa, poi al tentativo di Alaphilippe sulla salita del Poggio. Non se lo aspettava nessuno, e invece Stuyven è scattato improvvisamente alla fine della discesa, prima della Via Aurelia, lasciandosi alle spalle il solo Andersen che provava ad inseguirlo. Impresa riuscita a un chilometro dal traguardo, quando il belga sembrava ormai essersi piantato sui pedali. Arrivano gli ultimi mille metri e ti aspetti che uno dei tre tenori (Van Aert, Alaphilippe o Van Der Poel, più attardato) piazzi l’acuto necessario per recuperare, invece è ancora Jasper a scattare sul rettilineo di Via Roma e vincere su due specialisti come Ewan e lo stesso Van Aert.
La gara era stata caratterizzata da una lunga fuga di otto corridori, intrapresa dopo quattro chilometri da Andrea Peron della Novo Nordisk, e che ha avuto tra i suoi protagonisti anche Tagliani della Androni-Giocatoli. Dietro, alla testa del plotone, si erano mosse le squadre dei tre big, con Declercq della Deceuninck che merita il premio combattività per la grande azione di “traino” durata oltre 200 Km. Il gruppetto di testa ha scollinato il trittico di alture formato da Capo Mele, Capo Cervo e Capo Berta, nella provincia di Imperia, sempre al comando, ma con il numero di attaccanti che si andava via via assottigliando. Alla fine ne erano rimasti quattro sul Capo Berta, Tonelli, Jorgensen, Conci e Van der Hoorn, con quest’ultimo ad arrendersi a soli venti chilometri dalla conclusione, mentre il gruppo stava scalando la Cipressa.
Da lì c’è stato spazio per i “big”, con Van Aert che si è fatto trainare dalla ruota del compagno di squadra Sam Oomen . Allo scollinamento gli uomini della Ineos, sin lì sparpagliati nel gruppo, hanno formato un buon treno in discesa e si sono presentati per primi alle pendici del Poggio, con il nostro Filippo Ganna a spendersi generosamente nel primo tratto di salita. Alaphilippe, che con questa corsa conserva un ottimo feeling, prova a fare il vuoto dietro sè, ma la sua azione viene subito riassorbita e il gruppo affronta piuttosto compatto la discesa. A due chilometri dalla fine è proprio Stuyven a scattare da dietro negli ultimi due chilometri e guadagnare un buon margine sui contrattaccanti, che non riescono a seguirlo. L’azione rallenta a un chilometro dal traguardo, quando viene ripreso da Andersen, ma il belga della Trek ha abbastanza benzina in corpo per dare una nuova accelerata. Sul rettilineo finale non riesce a prenderlo più nessuno, neanche uno specialista come Caleb Ewan, che deve accontentarsi della piazza d’onore per una manciata di metri. Una vittoria alla Jasper, da chi va a caccia di gloria per un solo giorno. Dopo esserci andato vicino in più occasioni, finalmente, il suo nome resterà impresso negli annali del ciclismo.
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