Gioco offensivo, fare di necessità virtù e tanta qualità. La Roma di Paulo Fonseca è l’ultimo baluardo italiano nelle competizioni europee e per la prima volta si affaccia ai quarti di Europa League.
Gioco offensivo, fare di necessità virtù e tanta qualità. La Roma di Paulo Fonseca è l’ultimo baluardo italiano nelle competizioni europee e per la prima volta si affaccia ai quarti di Europa League.
Gioco offensivo, fare di necessità virtù e tanta qualità. La Roma di Paulo Fonseca è l’ultimo baluardo italiano nelle competizioni europee e per la prima volta si affaccia ai quarti di Europa League.
Non la più forte, ma, di certo, la più organizzata e la più brava a gestire il dualismo Coppa-Campionato. La Roma di Paulo Fonseca è promossa, a pieni voti, come l’unica squadra italiana ad avere l’onore di continuare anche ad Aprile a sognare un trionfale cammino europeo.
I giallorossi si sono calati perfettamente nella dimensione europea che hanno dovuto affrontare e si sono dimostrati più che meritevoli di continuare un cammino che nella storia capitolina rappresenta un evento inedito.
Mai, da quando l’Europa League annunciò il cambio di denominazione abbandonando la leggendaria Coppa UEFA, la squadra giallorossa era riuscita a spingersi fino alla Top 8 della competizione e, per la prima volta, l’atteggiamento usato quest’anno dal club giallorosso non è mai stato superficiale o volto a “snobbare” la seconda competizione europea.
Bisogna andare indietro nel tempo, precisamente nel 1998-99, per ripescare l’ultima volta in cui la Roma, allenata da Zeman, riuscì a qualificarsi ai quarti di finale dell’allora Coppa UEFA, perdendo contro l’Atletico Madrid eliminato successivamente dal Parma poi vincitrice dell’edizione.
Quell’anno rappresenta, ancora oggi, l’ultimo sussulto italiano in una coppa mai più presa troppo sul serio e fin troppo snobbata se non per alcune eccezioni.
Il dato italiano in Europa, come ben si sa, è impietoso, ma la Roma è sembrata l’unica squadra a riuscire a gestire le proprie forze e le proprie debolezze.
Non ha una rosa folta come Juventus e Inter, ma ha sfruttato la propria concretezza offensiva per chiudere il discorso il prima possibile ed evitarsi sorprese; non è partita da favorita come il Napoli, ma ha gestito meglio lo spogliatoio nei momenti cruciali; non è tanto diversa da Atalanta, Lazio e Milan, ma ha saputo andare oltre le difficoltà.
Ad oggi, la Roma è l’unica squadra che in Europa ha mostrato un calcio offensivo, votato a far più gol dell’avversario e mai difensivista (non è un caso che Mayoral sia bomber della competizione con 7 gol).
I giallorossi hanno avuto enormi problemi di infortuni e di “mal di pancia”, Dzeko su tutti, ma Fonseca è stato bravissimo a far di necessità virtù.
Il tecnico portoghese ha sfruttato le proprie debolezze e le ha fatte diventare forza, in campo europeo, con un Cristante totalmente revitalizzato, l’esplosione di Villar e Diawara, un Karsdorp divenuto pedina inamovibile e tanto altro.
I quarti di finale di Europa League contro l’Ajax sono il premio giusto per una squadra che ha proposto, prima di tutto, una filosofia votata al gioco e al palleggio e che ad Aprile sfiderà chi della qualità e della bellezza offensiva ne hanno fatto un meraviglioso culto.
Il cammino europeo dei giallorossi sarà lungo e tortuoso, ma resta la soddisfazione di essere regina d’Italia e di aver conquistato l’accesso tra le maggiori 8 d’Europa League per la prima volta nella storia.
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