L’Inter pareggia 2-2 contro la Roma all’Olimpico e perde terreno dal Milan capolista. Giallorossi in vantaggio con Pellegrini nel primo tempo, a metà ripresa nerazzurri che ribaltano il punteggio con Skriniar e Hakimi ma a quattro dal termine, Mancini fissa il 2-2 finale. Inter seconda a 37 punti, a -3 dal Milan, Roma quarta a 34 punti.
Non riparte l’Inter dopo il KO di Marassi e subisce un altro mezzo stop non rispondendo alla vittoria del Milan contro il Torino. Nerazzurri fermati sul 2-2 dalla Roma all’Olimpico nel Lunch Match della 17° giornata e che perdono due punti dalle vetta del Milan. Partita equilibrata, un Inter al solito mediocre e impaurita e una Roma buona nel primo tempo ma spenta nella ripresa ma che approfitta per il pareggio di cambi nerazzurri poco lucidi nel finale.
Conte ripropone il 3-5-2 e opera tre cambi rispetto alla sconfitta contro la Sampdoria con il ritorno di Lukaku e Vidal tra i titolari e di Darmian al posto di Young (esterno italiano che uscirà poi anzitempo per infortunio per il giocatore inglese).
Fonseca risponde col 3-4-2-1 con Pau Lopez in porta, difesa con Mancini, Smalling e Ibanez. Spinazzola, Veretout, Villar e Karsdorp a centrocampo. Mkhitaryan e Pellegrini a supporto di Dzeko.
La prima frazione è favorevole alla Roma che ingabbia bene un‘Inter al solito molle e dall’approccio sbagliato. I giallorossi portano bene il pressing su Brozovic con le due mezze punte, sono compatti a centrocampo e trovano ampi spazi sulla trequarti nerazzurra, dove Pellegrini e Mkhitaryan trovano vita facile per puntare l’area interista nei contropiedi. Karsdorp tiene bene su Darmian e su Young, Spinazzola è più in difficoltà su Hakimi. I tre centrali poco impensieriti dalla coppa Lautaro e Lukaku.
L’Inter invece appare sempre fragile, una squadra senza idee e senza spirito, sintomo di una squadra mentalmente non presente. La prima frazione nerazzurra è l’ennesima dimostrazione di una squadra inadatta alla vittoria e all’ambizione. Proposta di gioco che rimane mediocre, dove quando il dogmatismo tattico non funziona, la soluzione è un inestetico e infruttuoso lancio lungo verso le punte a scavalcare il centrocampo romanista.
Molti errori tecnici dell’Inter (soprattutto del centrocampo) che viene punita al 17°. Sulla trequarti romanista Barella tarda troppo a liberarsi del pallone, Veretout glielo scippa e fa partire il contropiede giallorosso. Dal limite dell’area Pellegrini lascia partire un destro angolato e potente che vale l’1-0.
Nella ripresa l’Inter non cambia atteggiamento di squadra totalmente non lucida, ma sfrutta un calo di 15 minuti della Roma che abbassa colpevolmente ritmo e intensità e consente il ritorno dei nerazzurri.
Dopo una colossale occasione mangiata da Lautaro poco prima, al 56° da corner battuto da Brozovic, Skriniar svetta di testa e insacca l’1-1. Passano 7 minuti e Hakimi parte in progressione sulla destra, supera Spinazzola e con un sinistro a giro dal limite batte Pau Lopez per l’1-2. Nulla di rivelatore, se non un vantaggio trovato grazie a prodezze individuali. L’Inter comunque non è tranquilla, non fa l’1-3 (errore di Vidal in area che manca la palla) e mostra limiti di paura e volontà.
Limiti che si palesano su un Conte totalmente scollegato dalla partita che negli ultimi 15 minuti infila una sequela di cambi suicidi con annesso cambio modulo. Dentro Kolarov per Hakimi (il migliore in campo dell’Inter), via un buon Vidal per il cadaverico Gagliardini e dentro un Perisic fuori ruolo per un ottimo Lautaro Martinez.
La Roma e Fonseca senza più la velocità di Hakimi e il pensiero delle due punte da contrastare e temere e un’Inter abbassata, prende coraggio e ringrazia con un mini assedio finale. Assedio che porta al pari di Mancini che incorna di testa un corner corto battuto dai suoi.
Finisce 2-2, la Roma mantiene inalterate le ambizioni Champions, l’Inter dimostra ancora di non essere in grado poter ambire a nulla di serio, entrata ormai da 2 mesi (culmine col post eliminazione Champions) in una crisi di testa non risolvibile e che coinvolge anche lo strapagato allenatore. Non si prospetta un bel 2021 per i colori nerazzurri.
VOTI E PAGELLE ROMA – INTER
TOP INTER
HAKIMI, 7.5: non un grande primo tempo, Spinazzola lo constrasta bene ma nella ripresa sale di livello e mostra la differenza di velocità e tecnica. Diventa nei fatti l’arma offensiva dell’Inter, sfiora il gol e trova il vantaggio con una rete pregevole. Un gol che serve a poco, ma per questo deve ringraziare il suo allenatore che lo cambia senza motivo.
VIDAL, 7: forse l’aria dell’Olimpico gli fa bene perché dopo la gara con la Lazio mette insieme una buona prestazione. Concentrato e deciso tiene bene in mediana ed è più lucido del solito. Ha sulla coscienza il gol dell’1-3 con un liscio assurdo. Esce per Gagliardini e l’Inter perde il centrocampo.
FLOP INTER
CONTE, 0: ce ne sarebbero di flop tra le fila nerazzurre (i subentrati Perisic, Gagliardini e Kolarov tutti da 4 o meno o l’ormai impresentabile Handanovic), ma il più colpevole di tutti e chi li ha fatti entrare. Primo tempo disastroso, ha la fortuna di ribaltarla nonostante la squadra poco serena e senza mentalità. Mette la benzina sul fuoco. Toglie i tre migliori in campo per mettere un bidone, un giocatore finito e un fuori ruolo. Regala il pari a Fonseca. 12 milioni all’anno.
TOP ROMA
VERETOUT, 7: assieme a Villar (utile ma meno appariscente) è il cuore del centrocampo romanista. Imposta e rincorre e sempre con lucidità. Fa partire lui l’1-0 scippando palla a Barella nella sua metà campo. Cala un po’ nella ripresa come tutti i compagni.
PELLEGRINI, 7: assieme a Mkhytarian trova campo aperto sulla trequarti Inter dove può puntare la porta, ed è bravo anche a schermare Brozovic. Trova l’1-0 con un destro violento che lascia immobile Handanovic. Sparisce un po’ nel secondo tempo, ma nell’assedio finale ritorna pericoloso.
FLOP ROMA
SPINAZZOLA, 5: nel primo tempo tiene botta contro un avversario ostico come Hakimi, superando lo anche una volta. Nella ripresa però sale di livello l’esterno dell’Inte r e l’italiano va in difficoltà. Bruciato in velocità più volte, ha responsabilità sul gol del 1-2.
DZEKO, 5: fa a sportellate con de Vrij e vince più di un duello aereo ma a parte il solito sacrificio e la disponibilità a fare da regista offensivo per i colleghi di reparto, non ha un’occasione pulita o pericoloso. Un po’ confuso e quando i tre centrali nerazzurri gli prendono le misure diventa innocuo.
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